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ITAVARM 2003 Italian Veterinary Antimicrobial Resistance Monitoring First Report Monitoraggio dell’antibioticoresistenza in medicina veterinaria in Italia Primo Report Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana ITAVARM_2003 Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana Centro Nazionale di Referenza per l’Antibioticoresistenza In collaborazione con: Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie Centro di Referenza per le Salmonellosi Istituto Superiore di Sanità Dipartimento di Sanità Alimentare e Animale ITAVARM 2003 Italian Veterinary Antimicrobial Resistance Monitoring First Report Monitoraggio dell’antibioticoresistenza in medicina veterinaria in Italia Primo Report 1 ITAVARM_2003 Editors: Antonio Battisti, Centro di Referenza per l’Antibioticoresistenza, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, Via Appia Nuova 1411, 00178, Roma Alessia Franco, Centro di Referenza per l’Antibioticoresistenza, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, Via Appia Nuova 1411, 00178, Roma Luca Busani, Istituto Superiore di Sanità, Viale Regina Elena, 299, 00161, Roma Persone ed istituzioni coinvolte nella produzione e nella raccolta di dati utilizzati in questo Report Antonia Ricci, Centro di Referenza per le salmonellosi, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Viale dell’Università 10, Legnaro-Agripolis (PD). Loris Alborali, Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia-Romagna Sezione diagnostica di Brescia, Via A. Bianchi, 9, Brescia Giuseppe Merialdi, Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia-Romagna Sezione diagnostica di Reggio Emilia, Via Pitagora 2, Reggio Emilia Alessandro Dondo, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Via Bologna 148, Torino Elisabetta Di Giannatale, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, Campo Boario, Teramo Pasquale Troiano, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, Foggia Vincenzo De Marco, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, Barcellona (PA) Alfredo Caprioli, Ida Luzzi, Caterina Graziani, Istituto Superiore di Sanità Altri collaboratori Ministero della Salute, Direzione Generale della Sanità Veterinaria e degli Alimenti Ugo Santucci Ufficio VIII Marco Ianniello Ufficio II Servizio Veterinario di Igiene della Produzione, Trasformazione, Commercializzazione, Conservazione e Trasporto degli Alimenti di Origine Animale e loro Derivati: Giuseppe Cito, Giuseppe De Angelis, Vitantonio Perrone, Ermanno Perotti Ringraziamenti per il supporto tecnico IZS delle Regioni Lazio e Toscana Dipartimento di Diagnostica: Alessandra Di Egidio, Claudia Eleni, Marcella Guarducci, Sarah Lovari, Gabriele Panfili, Paola Scaramozzino, Francesco Scholl, Carmela Buccella, Tamara Cerci, Gessica Cordaro, Paola Di Matteo, Serena Lorenzetti, Cinzia Onorati, Roberta Onorati, Andrea Pietrella, Luigi Sorbara Valentina Donati Reparto Formazione e Documentazione: Antonella Bozzano, Romano Zilli, Arianna Miconi Dipartimenti Territoriali e Dipartimenti Sede Centrale Centro di Riferimento Regionale Enterobatteri Il presente report è stato realizzato in parte grazie a fondi di ricerca del Ministero della Salute: Dipartimento della Prevenzione e della Comunicazione, Direzione Generale della Sanità Veterinaria e degli Alimenti (Progetti di Ricerca Resistenza agli antibiotici in microrganismi patogeni e commensali negli animali, LT RFS 225/99, “Standardizzazione d armonizzazione dei test di sensibilità agli antibiotici per l’avvio di un sistema di sorveglianza” IZSLT 01/2002, Project leader Antonio Battisti, IZSLT). 2 ITAVARM_2003 Editors: Antonio Battisti, Centro di Referenza per l’Antibioticoresistenza, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, Via Appia Nuova 1411, 00178, Rome, Italy Alessia Franco, Centro di Referenza per l’Antibioticoresistenza, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana, Via Appia Nuova 1411, 00178, Rome, Italy Luca Busani, Istituto Superiore di Sanità, Viale Regina Elena, 299, 00161, Rome, Italy People and Institutions involved in providing data used in this Report Antonia Ricci, Centro di Referenza per le salmonellosi, Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, Viale dell’Università 10, Legnaro-Agripolis (PD), Italy. Loris Alborali, Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia-Romagna Sezione diagnostica di Brescia, Via A. Bianchi, 9, Brescia, Italy Giuseppe Merialdi, Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lombardia ed Emilia-Romagna Sezione diagnostica di Reggio Emilia, Via Pitagora 2, Reggio Emilia, Italy Alessandro Dondo, Istituto Zooprofilattico Sperimentale Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta, Via Bologna 148, Torino, Italy Elisabetta Di Giannatale, Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, Campo Boario, Teramo, Italy Pasquale Troiano, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Puglia e della Basilicata, Foggia, Italy Vincenzo De Marco, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia, Barcellona (PA), Italy Alfredo Caprioli, Ida Luzzi, Caterina Graziani, Istituto Superiore di Sanità, Rome, Italy Other collaborations Italian Ministry of Health, Department of Animal Health and Food Safety: Ugo Santucci Office VIII Marco Ianniello Office II Veterinary meat inspection service Giuseppe Cito, Giuseppe De Angelis, Vitantonio Perrone, Ermanno Perotti Acknowledgements for technical support: IZS delle Regioni Lazio e Toscana Diagnostic Department Alessandra Di Egidio, Claudia Eleni, Marcella Guarducci, Sarah Lovari, Gabriele Panfili, Paola Scaramozzino, Francesco Scholl, Carmela Buccella, Tamara Cerci, Gessica Cordaro, Paola Di Matteo, Valentina Donati, Serena Lorenzetti, Cinzia Onorati, Roberta Onorati, Andrea Pietrella, Luigi Sorbara, Valentina Donati Continuing Education and Documentation Unit Antonella Bozzano, Romano Zilli, Arianna Miconi Central and Peripheral Departments Regional Centre for Enterobacteria The data presented in this Report were produced from activities also supported by research grants from the Italian Ministry of Health (Research Projects “Antibiotic Resistance monitoring in bacteria of animal origin”, LT RFS 225/99, “Standardization and harmonization of susceptibility testing in bacteria of animal origin for a surveillance system” IZSLT 01/2002 Project leader Antonio Battisti, IZSLT). 3 ITAVARM_2003 INDICE PREFAZIONE pag. 7 Dr. Romano Marabelli pag. 7 Dr. Donato Greco pag. 8 Dr. Nazareno Renzo Brizioli pag. 9 INTRODUZIONE pag. 10 L’antibioticoresistenza: un problema di sanità pubblica pag. 10 La sorveglianza dell’antibioticoresistenza: la situazione in Italia pag. 11 Centro Nazionale di Referenza per l’Antibioticoresistenza nel Settore Veterinario pag. 14 Aspetti demografici pag. 17 DATI SULL’ANTIBIOTICORESISTENZA pag. 20 Antibioticoresistenza in agenti zoonosici Salmonella spp. pag. 20 pag. 20 Infezioni nell’uomo pag. 20 Resistenza in Salmonella spp nell’uomo pag. 21 Resistenza in Salmonella spp negli animali e negli alimenti di origine animale pag. 21 Escherichia coli Enteroemorragici (EHEC, STEC) ed Escherichia coli Enteropatogeni (EPEC, AEEC) pag. 27 Antibioticoresistenza in batteri patogeni animali pag. 29 Escherichia coli pag. 29 Pasteurellaceae pag. 32 Staphylococcus aureus e Staphylococci coagulasi positivi pag. 34 Streptococci (S. agalactiae, S. dysgalactiae, S. uberis) pag. 35 Brachyspira hyodysenteriae pag. 36 Antibioticoresistenza in batteri indicatori pag. 39 Enterococcus spp. indicatori negli animali da reddito pag. 40 Note sui test di sensibilità agli antibiotici 4 pag. 38 Escherichia coli indicatori negli animali da reddito pag. 43 ITAVARM_2003 CONTENTS FOREWORD pag. 7 Dr. Romano Marabelli pag. 7 Dr. Donato Greco pag. 8 Dr. Nazareno Renzo Brizioli pag. 9 INTRODUCTION pag. 10 Antimicrobial resistance: a public health problem pag. 10 The surveillance of antimicrobial resistance: the situation in Italy pag. 11 The Veterinary National Reference Centre for antibiotic resistance pag. 14 The Italian demoghaphic picture pag. 17 DATA ON ANTIMICROBIAL RESISTANCE pag. 20 Food-borne pathogens (Zoonotic) Salmonella spp. pag. 20 Infections in humans pag. 20 Salmonella spp. resistance in humans pag. 21 Salmonella spp. resistance in animals and food of animal origin pag. 21 pag. 20 Enterohaemorrhagic Escherichia coli (EHEC, STEC) and Enteropathogenic Escherichia coli (EPEC, AEEC) pag. 27 Animal pathogens pag. 29 Escherichia coli pag. 29 Pasteurellaceae pag. 32 Staphylococcus aureus and coagulase-positive Staphylococci pag. 34 Streptococci (S. agalactiae, S. dysgalactiae, S. uberis) pag. 35 Brachyspira hyodysenteriae pag. 36 Commensal bacteria (Indicators) pag. 38 Escherichia coli indicators from food animals pag. 39 Enterococcus spp. indicators from food animals pag. 40 Notes on antimicrobial susceptibility testing pag. 43 5 ITAVARM_2003 6 ITAVARM_2003 PREFAZIONE FOREWORD Il problema legato all’uso degli antibiotici negli allevamenti non riguarda solo il rischio di permanenza nelle carni di residui dei farmaci usati, ma anche la selezione e la diffusione di resistenze agli antibiotici nelle popolazioni batteriche degli animali e ambientali. Questo problema ha assunto negli anni un’importanza crescente, fino a spingere l’Unione Europea a considerare la resistenza agli antibiotici alla stregua di una zoonosi, e prevedere piani di monitoraggio e di intervento (Dir. 2003/99/EC). L’Italia, nella figura del Ministero della Salute con la Direzione generale della Sanità Pubblica Veterinaria, degli alimenti e della nutrizione, si è mossa per tempo per affrontare il problema nei termini richiesti dalla normativa comunitaria, identificando a livello nazionale un Centro di referenza per l’antibioticoresistenza, che, in collaborazione con la rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali ha lavorato per raccogliere le informazioni necessarie a definire l’entità del problema nelle produzioni animali e negli animali da compagnia. A circa un anno di distanza, gli sforzi compiuti hanno portato al primo rapporto nazionale sulla situazione della resistenza agli antibiotici nel settore veterinario, un documento che definisce il livello attuale delle nostre conoscenze sul problema. Questo documento, assieme ad altri analoghi prodotti da diversi stati europei, consente di comprendere meglio l’entità del rischio legato all’insorgenza di resistenze agli antibiotici in medicina veterinaria e zootecnia e di identificare settori critici e possibili strategie d’intervento, sulla base delle informazioni raccolte. L’esempio di collaborazione ed integrazione tra i vari settori della sanità pubblica veterinaria e la medicina umana che questo documento rappresenta, dimostra come questa sia la strada giusta per poter intervenire in modo efficace in un settore complesso e articolato quale quello che l’antibioticoresistenza rappresenta. The problem related to the use of antibiotics in livestock regards not only the risk of residues of antimicrobial drugs in meats as well as the selection and the spread of resistance to antibiotics in animal and environmental bacterial populations. In recent years, this problem has assumed increasing importance, such that the European Union considers antibiotic resistance as a zoonosis, and recommends monitoring plans and intervention (Dir. 2003/99/EC). In Italy, the first step to gather information on the problem, following the requirements of European Community, was the identification of a Veterinary National Reference Centre for antimicrobial resistance by the General Direction of the Veterinary Public Health, Foods and Nutrition, of the Ministry of Health. This Centre, located in The IZS Lazio e Toscana, Rome, Italy, in collaboration with the network of the Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IIZZSS), has been working on the production of data to define the magnitude of the problem in farm and companion animals. After about one year, the efforts have brought about the first national report on the situation of antibiotic resistance in the veterinary sector, a document that defines the present level of knowledge of the problem. This document, together with other similar reports produced in different European countries, will help better understand magnitude and extent of the risk of antimicrobial resistances in veterinary medicine, and to identify critical points and possible strategies of intervention, on the basis of the available information. The example of collaboration and integration among the veterinary public health and the human medicine sectors presented in this document shows a useful way of producing integrated information in this complex field, available for possible effective interventions in public health. Dr. Romano Marabelli Dr. Romano Marabelli Ministero della Salute Dipartimento della Prevenzione e della Comunicazione Direttore Generale della Sanità Veterinaria e degli Alimenti Ministry of Health Department of Prevention and Communication General Director of Veterinary Public Health and Food of Animal Origin 7 ITAVARM_2003 Nel vasto e complesso panorama della sanità pubblica, il settore veterinario riveste un ruolo di primaria importanza, in quanto si occupa di aspetti quali il controllo degli alimenti di origine animale e delle malattie a carattere zoonosico. Entrambi questi aspetti hanno profonde ricadute sulla salute, e richiedono sforzi intensi e coordinati tra i vari soggetti della sanità pubblica. Lo stretto legame tra ciò che accade in zootecnia e gli aspetti della salute e della qualità della vita umana è evidente, considerando le recenti crisi legate all’encefalopatia spongiforme bovina, o all’influenza aviare, per citare alcuni esempi rilevanti. Il problema della resistenza agli antibiotici, argomento trattato in questa pubblicazione, riveste importanza non minore, testimoniando ancora una volta come non sia possibile pensare ai singoli eventi ma si debbano approntare strategie più generali che prevedano interventi a vari livelli. Queste strategie, per essere definite, necessitano di informazioni sulla realtà del problema e sugli aspetti che lo compongono, informazioni che devono essere il frutto di attività di sorveglianza e di controllo accurate ed estese, e di valutazioni attente dei dati raccolti. Questo rapporto è un esempio di come il settore della sanità pubblica veterinaria sia in grado di operare come una rete di istituzioni su tutto il territorio nazionale, per fronteggiare le esigenze di informazioni che sono alla base della pianificazione delle azioni. Dr. Donato Greco Ministero della Salute Dipartimento della Prevenzione e della Comunicazione Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria 8 In the vast and complex panorama of the public health, the veterinary sector has a role of primary importance, dealing with aspects such as the control of foods of animal origin and the zoonotic diseases that affect human and animals. Both these aspects have a profound impact on human health and require intense and coordinated efforts involving many players within the public health system. The strict linkage between what takes place in animal husbandry and the aspects of the health and the quality of the human life is evident; and the recent crises related to Bovine Spongifom Encephalopathy and avian influenza are good examples. The problem of antimicrobial resistance, which is the topic of this in this publication, is also an important public health aspect that demonstrates once more that it is not possible to think about single events but that instead we need to put in place more general strategies that envision multilevel interventions. To define these strategies, information is needed on the real magnitude and impact of the problem and on its contributory factors. This information needs to be the fruit of accurate and widespread surveillance and control efforts, and of careful evaluations of the data collected. This report is an example of how the veterinary public health sector is able to operate as a network of institutions covering the entire country, in order to face the need for information that serves as the basis for planning public health interventions. Dr. Donato Greco Ministry of Health Department of Prevention and Communication General Director of Disease Control and Prevention ITAVARM_2003 Nel presentare il documento ITAVARM 2003, primo report sul monitoraggio dell’ antibioticoresistenza nel settore veterinario in Italia, non posso esimermi dall’esprimere la mia grande soddisfazione per il risultato fino a qui raggiunto. Innanzitutto perché è il frutto del lavoro di una equipe di specialisti che opera nell’ ambito di questo Istituto e che si occupa da anni di tale importante problematica, con il supporto anche di altri dipartimenti, e con la collaborazione di altri IZS (specialmente IZS Venezie) e dell’Istituto Superiore di Sanità. Inoltre, perché tale lavoro è stato possibile anche grazie al contributo di colleghi della Direzione Generale della Sanità Veterinaria e degli Alimenti del Ministero della Salute e di colleghi dei servizi veterinari delle ASL. Il lavoro collegiale che deriva dall’impegno di capacità e professionalità molteplici dà sempre frutti importanti. I risultati sono figli di certezze, di dubbi, di ripensamenti, di verifiche continue. E’ la sintesi di quella che è la ragione di vita dei ricercatori che si impegnano per il progresso della salute pubblica. La scoperta e l’impiego degli antibiotici ha cambiato la sorte delle specie viventi, ma il loro uso non sempre corretto, eccessivo, non supportato da scelte fondate su evidenze ineccepibili, sta comportando in maniera crescente problemi importanti che vanno analizzati senza pregiudizi e preclusioni, ma sulla base di principi scientifici condivisi. Ciò al fine di chiarirne l’entità e di individuare i possibili rimedi anche attraverso i sistemi di sorveglianza permanente su cui si è basato il nostro lavoro. Solo così si potranno orientare le azioni dei responsabili della politica sanitaria ai livelli comunitario, nazionale e regionale. Questo primo report, che mi auguro sarà seguito annualmente da altri, presenta una serie di informazioni sulla problematica della antibiotico sensibilità ed antibiotico resistenza da parte di agenti di zoonosi quali E.coli enteroemorragici ed enteropatogeni, Salmonella spp, agenti in grado di portare serie minacce alla salute umana, in particolare nelle categorie a rischio (bambini, anziani, immunodepressi). Vengono riportati inoltre i dati relativi alle resistenze agli antibiotici nei batteri patogeni animali e nei batteri commensali, indicatori della presenza e diffusione di determinanti di resistenza nelle produzioni zootecniche. Inoltre, riporta informazioni circa le attitudini all’impiego degli antibiotici in alcuni settori della professione veterinaria rivolta agli animali da reddito. Il frutto del lavoro di reti di sorveglianza esistenti, di Centri di referenza nazionali presso gli Istituti Zooprofilattici e di ricercatori accomunati da specifici progetti di ricerca, consentirà di affrontare ai diversi livelli decisionali le eventuali misure da adottare per la tutela della salute umana ed animale, sulla base di dati attendibili perché frutto di ricerca autorevole ed indipendente. In presenting the ITAVARM 2003 report, which represents the first report on the monitoring of antibiotic resistance in the veterinary sector, I would like to begin by expressing my pleasure with the results that have been achieved thus far. I am especially pleased to see this work because it represents the fruit of the work done by a team of specialists here at this Institute who have been working for years on this important problem with the support of other departments and with the collaboration of other IZS, especially that of the Venezie, and the Istituto Superiore di Sanità. In addition, our colleagues from the department of veterinary services and food control at the Ministry of Health and from the Local Health Authorities have also contributed to the success of this initiative. It is clear that collaboration and efforts by persons with different professional experience and expertise have borne fruit. The results are the product of certainties, of doubts, of re-thinking, and of continuing verification. It represents the synthesis of the work that hard-working and dedicated researchers have performed to advance the health of the general public. The discovery and use of antibiotics has changed the destiny of man and animals, but their incorrect or excessive use or their use not supported by evidence has lead to an increasing problem that requires further evaluation. Such evaluation should be done without prejudice and pre-judgement but should instead be based on shared scientific principles. This evaluation depends on permanent surveillance systems that can be used to clarify the magnitude of the problem and identify possible solutions. Only in this way can we suggest sound health policies at local, regional, and national level. This first report, which I hope will be followed annually by others, presents information on antibiotic sensitivity and resistance on the part of zoonotic agents such as hemorrhagic and enteropathogenic E. coli and Salmonella ssp, agents that threaten human health, especially in groups at risk such as children, the elderly, and immunosuppressed persons. This report also presents information on the antimicrobial susceptibility of bacterial pathogens and indicator bacteria in different animal species in order to provide a more complete picture on the presence and diffusion of determinants of resistance in animals. In addition, the attitudes about antibiotic use by veterinarians providing care to animals of economic importance is also considered. In conclusion, the high-quality information presented in this report will allow us to develop, at different decisional levels, the measures needed to improve the human and animal health based on authoritative and independent research. Dr. Nazareno Renzo Brizioli Dr. Nazareno Renzo Brizioli Direttore Generale Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana General Director of Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Regioni Lazio e Toscana 9 ITAVARM_2003 INTRODUZIONE INTRODUCTION Questo report è il primo documento prodotto in Italia nel settore veterinario che tratta il problema dell’antibioticoresistenza in modo integrato, attraverso la presentazione di dati frutto di indagini in parte realizzate con fondi di ricerca erogati dal Ministero della Salute. Nel 2004 il Ministero della Salute, Dipartimento della Prevenzione e della Comunicazione, Direzione Generale della Sanità Veterinaria e degli Alimenti, ha presentato formalmente alla Commissione Europea la richiesta di cofinanziamento per il monitoraggio dell’antibioticoresistenza nel settore veterinario, il che consentirebbe di avviare e mantenere in modo stabile il complesso delle attività nel settore. This report is the first document produced in Italy in the veterinary field that addresses the problem of antibiotic resistance in an all-encompassing manner, through the presentation of data taken from surveys carried out in part with research funding provided by the Ministry of Health. In 2004 the Ministry of Health, Department of Prevention and Communication, General Office of Veterinary Health Care and Foodstuffs, formally presented a request for co-financing to the European Commission for the monitoring of antibiotic resistance in the veterinary sector, so as to make possible the start-up and stable continuation of the total of activities in this field. L’antibioticoresistenza: un problema di Sanità Pubblica Antibiotic resistance: a public health problem L’”Antibioticoresistenza” è l’emergenza e la propagazione di fattori di resistenza batterica agli antibiotici ed è innescata dalla pressione selettiva esercitata sulle popolazioni microbiche attraverso l’uso di questi farmaci. In medicina umana il fenomeno dell’antibioticoresistenza sta raggiungendo proporzioni preoccupanti per frequenza e per rapidità di diffusione, creando seri problemi di terapia e mettendo in pericolo la sopravvivenza stessa dei pazienti colpiti. Le infezioni da batteri resistenti provocano costi sanitari stimati per circa 4 miliardi di dollari/anno soltanto negli USA, con aumento di morbilità, mortalità e costi associati a malattia. Anche nel settore veterinario esistono aspetti che destano preoccupazione. Negli ultimi decenni, a fronte di un utilizzo così estensivo degli antibiotici in medicina veterinaria, anche con molecole di classe o struttura analoghe a quelle usate in medicina umana (e talvolta proprio le stesse molecole), si è assistito purtroppo all’emergenza di fenomeni di antibioticoresistenza in batteri patogeni animali, commensali ed agenti di malattie trasmissibili all’uomo (agenti zoonosici). Infatti il continuo uso di antibiotici e la costante pressione selettiva nelle popolazioni batteriche negli animali determinano: • L’aumento della resistenza nei microrganismi patogeni, con conseguente difficoltà nel controllo delle malattie infettive e degli eventi morbosi di natura infettiva negli animali d’allevamento; • L’aumento del rischio che ceppi resistenti di origine animale siano trasmessi all’uomo soprattutto attraverso gli alimenti, ma anche attraverso l’ambiente ed il contatto diretto con gli animali. L’antibioticoresistenza nelle produzioni animali è quindi un problema di Sanità Pubblica estremamente attuale a livello internazionale; l’approfondimento delle conoscenze in tale settore è considerato strategico a livello comunitario dalla Direzione Generale per la Salute e la Tutela dei Consumatori e ha richiamato negli ultimi anni l’attenzione delle Agenzie di Sanità Pubblica Veterinaria di molti Stati Membri. Al fenomeno attualmente sono anche molto sensibili l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Office International des Epizooties (OIE), le multinazionali del farmaco Veterinario (Animal Health Industries), ed anche le associazioni del mondo veterinario. Nel 1999 L’Associazione Mondiale dei Veterinari (WVA), di concerto con la Federazione Internazionale dei “Antibiotic resistance” is the emergence and propagation of determinants of resistance to antibiotics triggered by the selective pressure on bacterial populations by the use of antimicrobial drugs. In human medicine, the extent of antibiotic resistance is reaching levels that give cause for concern, in terms of frequency and speed of diffusion, creating serious therapeutic problems and even placing the survival of the patients at risk. Infections from resistant bacteria generate health-care costs estimated at approximately 4 billion dollars/year in the USA alone, as a result of increased morbidity, mortality and the costs associated with illness. In recent decades, given the extensive use of antibiotics in veterinary medicine, sometimes with molecules whose class and structure is similar to those used in human medicine (and, in certain cases, identical), there has unfortunately been the emergence of antibiotic resistance in animal pathogenic bacteria, in commensal bacteria and in disease agents that can be transmitted to man through the food chain (zoonotic pathogens). In the veterinary sector as well there are elements that give rise to a certain amount of concern: in fact, the use of antibiotics leads to: • increased resistance in animal pathogens, making it difficult to control infectious diseases among livestock; • the possibility that resistant strains of animal origin can be transmitted to man through food, animals and the environment. Despite these prospects, the use of antibiotics is extremely widespread in human medical practice, veterinary medicine and animal husbandry. Antibiotic resistance is an extremely relevant health-care problem on the international level; in-depth investigation of the sector is considered to be of strategic importance by the World Health Organization, the Office International des Epizooties (OIE) and the Health and Consumer Protection Directorate General of the European Community, and the question has drawn the attention of the agencies of veterinary public health of many member countries in recent years. Many veterinary associations all over the world and the multinational veterinary pharmaceutical manufacturers are also very much aware of the topic. In 1999, the World Veterinary Association (WVA), together with the International 10 ITAVARM_2003 Produttori Agricoli (IFAP) ed il COMISA (in rappresentanza dell’Animal Health Industry) hanno emesso linee-guida sull’uso prudente dei farmaci antimicrobici in terapia veterinaria ed in generale nelle produzioni animali. Il crescente sviluppo della resistenza agli antibiotici, ha incoraggiato il dialogo sull’uso prudente degli agenti antimicrobici nelle varie categorie di interessati. Nel 1998 la Comunità Europea ha deciso di promuovere l’attività sull’antibioticoresistenza organizzando un piano di sorveglianza Europeo. La rete di sorveglianza dovrebbe essere costituita da laboratori di diagnostica, che saranno coordinati da singoli Laboratori di Referenza Nazionali. Inoltre ha recentemente implementato le raccomandazioni sulla Sorveglianza ed il flusso informativo relativo agli agenti zoonosici già previste dalla Direttiva 92/117/EEC (Council Directive 92/117/EEC), considerando l’antibioticoresistenza alla stregua di una zoonosi trasversale. In questa nuova Direttiva, la 2003/99/EEC, si raccomanda ai Paesi Membri di dotarsi di un sistema per il monitoraggio dell’antibioticoresistenza nelle produzioni animali. Federation of Agricultural Producers (IFAP) and COMISA (representing the Animal Health Industries), have jointly issued guidelines on the prudent use of antimicrobial drugs in veterinary therapy and in animal husbandry in general. The increasing growth, over the last forty years, of resistance to antibiotics has stimulated dialogue on the prudent use of antimicrobial agents among the various categories of stakeholders. In 1998 the European Community decided to promote research on antibiotic resistance, organising a plan for European surveillance. The surveillance network is to consist of numerous diagnostic laboratories coordinated by national reference centres. In addition, the Community recently enacted the recommendations on surveillance and the flow of information on zoonotic pathogens already contemplated under Council Directive 92/117/EEC, considering antibiotic resistance as a transversal zoonosis in the recent Directive 2003/99/EEC, which recommends that the member countries establish a system for monitoring antibiotic resistance in bacteria of animal origin. La Sorveglianza dell’antibioticoresistenza: la situazione in Italia Antibiotic resistance surveillance: the situation in Italy Molti paesi, per definire l’entità del fenomeno e valutare strategie d’intervento, hanno costituito sistemi di sorveglianza dell’antibioticoresistenza e di monitoraggio dell’uso dei farmaci sia nel settore della medicina umana sia in medicina veterinaria. To determine the extent of antibiotic resistance and evaluate strategies for action, many countries have established systems for the surveillance of antibiotic resistance and the monitoring of the use of antimicrobial agents in the sectors of both human medicine and veterinary medicine. a. Sorveglianza nell’Uomo a. Surveillance in humans In Medicina umana, in Italia sono in corso attività di monitoraggio dell’antibioticoresistenza che coinvolgono laboratori di microbiologia ospedalieri, quali il progetto European Antimicrobial Resistance Surveillance System (EARSS) http://www.earss.rivm.nl in cui l’Italia è coinvolta http://www.simi.iss.it/files/rapporto_AR.pdf , ed il progetto Antibiotico-Resistenza - Istituto Superiore di Sanità (AR-ISS) http://www.simi.iss.it/antibiotico_resistenza.htm e http://www.simi.iss.it/files/Poster_AR.pdf . Inoltre, è attivo presso il Ministero della Salute l’Osservatorio Nazionale sull’impiego dei medicinali (OsMed) http://www.ministerosalute.it/medicinali/osmed/osmed.jsp , che si occupa di monitorare le prescrizioni dei farmaci nell’uomo. In Italy, the monitoring of antibiotic resistance is currently being carried out by laboratories of microbiology at the hospital level, as in the case of the European Antimicrobial Resistance Surveillance System (EARSS) http://www.earss. rivm.nl, in which Italy participates http://www.simi.iss.it /files/rapporto_AR.pdf, plus the Antibiotic Resistance Project - Italian Institute of Health (AR-ISS) http://www.simi.iss.it /antibiotico_resistenza.htm and http://www.simi.iss.it/ files/Poster_AR.pdf . In addition, the Ministry of Health operates the National Observatory on the Use of Medicines (OsMed) http://www.ministerosalute.it/medicinali/osmed/osmed.jsp, which monitors prescriptions of human pharmaceuticals. b. Sorveglianza in Medicina Veterinaria b. Surveillance in Veterinary Medicine Nel settore veterinario, l’attività di sorveglianza dell’antibioticoresistenza ed il monitoraggio sull’uso degli antibiotici ha ricevuto un incremento notevole nel corso degli ultimi anni. Fino al 1999 non esisteva un sistema di sorveglianza nazionale dell’antibioticoresistenza in ambito veterinario; inoltre non era possibile raccogliere dati attendibili a livello nazionale sull’entità del problema della resistenza agli antibiotici, a causa della notevole eterogeneità di metodiche impiegate presso gli IZS e degli antibiotici saggiati. D’altra parte, vari studi epidemiologici a carattere locale e studi molecolari suggerivano che anche in Italia, come in altri paesi europei, la problematica fosse comunque presente. Dal 1999, con la partecipazione di alcuni IIZZSS alla Concerted Action del IV EC Framework Programme “Antibiotic Resistance in Bacteria of Animal Origin” (ARBAO) http://www.fouge- Monitoring of antimicrobial resistance in the veterinary field has greatly been improved in Italy only in the recent years. Until 1999, no reliable data at national level regarding bacteria of animal origin were available. This was caused also by the heterogeneity of laboratory methods and drugs tested and by the lack of quality control protocols to ensure the validity of data produced (reproducibility and repeatability). However, numerous focussed and small scale epidemiological studies showed convincingly, that like in other European countries the problem existed in Italy as well. Molecular studies in Italy demonstrated the emergence and spread of multiresistance and new genetic elements. In 1999 an EU Concerted Action was started in the IV EC Framework Programme “Antibiotic Resistance in Bacteria of Animal Origin” (ARBAO, Project leader Pascal Sanders, 11 ITAVARM_2003 GLI ANTIBIOTICI IN ITALIA: FOCUS SUL CONSUMO REGIONALE Giuseppe Traversa - Centro di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute, Istituto Superiore di Sanità Il principale risultato dell’uso inappropriato dei farmaci è quello di sottoporre i cittadini a un rischio inutile: a fronte di un beneficio atteso nullo vi è infatti una probabilità, più o meno grande, di andare incontro a una reazione avversa. Nel caso dell’uso degli antibiotici c’è una ragione aggiuntiva di preoccupazione, in quanto l’uso di questi farmaci è un determinante del fenomeno dell’antibioticoresistenza. Il recente “1° Rapporto nazionale sull’uso dei farmaci in Italia” curato dall’Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali del Ministero della sanità (www.sanita.it/osmed) ha evidenziato, non solo che gli antibiotici rappresentano una delle categorie maggiormente prescritte nella popolazione, ma anche importanti differenze di prescrizione per area geografica. Nel 1999 il 16% circa della spesa farmaceutica complessiva era composta da antibiotici, e in media sono state prescritte 219 confezioni ogni 100 abitanti. In termini di dosi standard (DDD - dosi definite die - che rappresentano per ciascuna sostanza la dose necessaria a coprire una giornata di terapia nell’adulto), l’utilizzo è pari a 22 DDD per 1000 abitanti die. Questa misura può essere interpretata come numero di abitanti che assume antibiotici in un giorno qualsiasi. All’uso di antibiotici che si verifica in medicina generale bisogna poi aggiungere la quota consumata in ospedale, dove si stima un consumo pari a circa 2 DDD per 1000 abitanti die. Dai dati di monitoraggio regionale è possibile ricavare informazioni anche sugli utilizzatori di antibiotici. Per esempio, in Umbria, Regione che presenta un livello di consumi simile alla media nazionale, il 44% della popolazione generale (43% degli uomini e 46% delle donne) ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici nel 1999. I livelli di uso più elevati si verificano nei bambini fino a 5 anni di età (circa il 70% ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici) e nei cittadini ultrasessantacinquenni (con il 50% di utilizzatori). Nel primo semestre del 2000, a fronte di oltre 100 principi attivi utilizzati in complesso in Italia, su 6 (claritromicina, cefonecid, amoxicillina + acido clavulanico, ceftriaxone, azitromicina, ciprofloxacina) si concentra il 50,5% della spesa per antibiotici. In Italia, oltre a un elevato livello medio di consumi di antibiotici nella popolazione, si osserva una elevata variabilità regionale e un consistente trend geografico. Sempre nel primo semestre del 2000, l’uso di antibiotici è pari a 13 DDD per 1000 abitanti die in Friuli-Venezia Giulia e 34 DDD per 1000 abitanti die in Campania. Le differenze regionali si accrescono ulteriormente quando l’analisi si concentra sugli antibiotici con nota, cioè su sostanze a maggior rischio di uso improprio o allargato, per i quali si passa da 0,1 DDD per 1000 abitanti die in Friuli-Venezia Giulia e in Veneto, a 0,9 DDD per 1000 abitanti die in Campania. Un livello simile di variabilità si osserva anche per gli antibiotici che si somministrano per via iniettiva. Nonostante le indicazioni all’uso di questa via di somministrazione siano estremamente limitate, le forme iniettive sono ampiamente utilizzate in Italia e rappresentano il 6% delle DDD e 34% della spesa degli antibiotici. Differenze regionali quali quelle osservate in Italia non possono essere ragionevolmente attribuite a differenze della morbosità sottostante. La spiegazione più plausibile della variabilità è da ricercarsi piuttosto nelle diverse abitudini prescrittive dei medici delle diverse Regioni. Un’altra fonte di variabilità è rappresentata dal diverso grado di funzionamento dei sistemi di monitoraggio delle prescrizioni. Le Regioni con i livelli più contenuti di uso di antibiotici sono anche quelle dove da più tempo questi sistemi sono attivi. Tenuto conto dei rischi connessi all’uso, innanzitutto l’induzione di resistenze batteriche e l’insorgenza di un ampio spettro di reazioni avverse, modifiche anche limitate dei comportamenti prescrittivi possono condurre a importanti risultati in termini di salute (oltre che di riduzione della spesa farmaceutica). Un contributo di rilievo può derivare dalla condivisione con i medici prescrittori dei risultati di indagini conoscitive sull’uso di antibiotici e dall’adozione di interventi mirati a ridurre il livello di prescrizioni improprie. res.afssa.fr/arbao/accueil.htm , si sono attivati alcuni progetti nazionali, grazie sopratutto all’IZS delle Regioni Lazio e Toscana, che nel 2003 è stato nominato Centro Nazionale di Referenza per l’Antibioticoresistenza nel settore veterinario. Grazie a queste attività si è potuto giungere sia alla standardizzazione dei metodi di laboratorio e all’attivazione di sistemi di sorveglianza a livello nazionale. In questo primo report si riportano i dati scaturiti dal monitoraggio effettuato dalla rete degli Istituti Zooprofilattici nel corso degli anni 2002-2003. La stuttura del sistema di monitoraggio si basa sulla raccolta di dati rappresentativi in varie regioni italiane, dalle principali specie di animali da reddito (bovini, ovini, suini, pollame) e da animali da compagnia. L’informazione sulla 12 AFSSA, France (http://www.fougeres.afssa.fr/arbao/ accueil.htm) with some Italian participants from IIZZSS. To meet the criteria of the EU recommendations, some projects were started by IZS Lazio e Toscana, which in 2003 was appointed as Veterinary Reference Centre for Antibiotic Resistence, through a research programme granted by the Italian Ministry, the objectives were the production of reliable data on antibiotic resistance and the implementation of a continuous monitoring system in Italy. The project has been carried out in collaboration with the network of the Istituti Zooprofilattici Sperimentali, and the Veterinary National Reference Centre for Salmonellosis (IZS delle Venezie). The backbone of the monitoring system is based on representative data collected in different regions from: ITAVARM_2003 ANTIBIOTICS IN ITALY: FOCUS ON REGIONAL CONSUMPTION Giuseppe Traversa - National center of epidemiology, surveillance and health promotion The principal outcome of the inappropriate use of antibiotics is to expose people unnecessarily to a risk: instead of the expected benefits, there is a lesser or greater risk of adverse reactions. In the case of antibiotics, there is an additional reason for concern in that the use of these drugs is a determinant of antibiotic resistance. The recent First National Report on the Use of Drugs in Italy, published by the National Observatory for the Utilization of Drugs of the Ministry of Health (www.sanita.it/osmed) reported that not only were antibiotics one of the most commonly prescribed drug categories, but also that there were major regional differences in prescribing practices. In 1999, antibiotics represented approximately 16% of total pharmaceutical costs in Italy, and, on average, 219 packets were prescribed per 100 persons. In terms of standard doses (daily defined doses-DDD, that represent the number of doses for each drug that are necessary for one day of adult treatment), 22 DDD were consumed per 1000 persons per day. This measure can be interpreted as the number of persons who are taking antibiotics on a given day. In addition to this figure, which is limited to ambulatory settings, an additional 2 DDD per 1000 persons per day are used in hospital settings. From regional monitoring data, it is possible in some cases to obtain additional information on the users of antibiotics. For example, in Umbria, which is located in central Italy and which has an overall consumption level similar to the national mean, 44% of the general population, including 43% of men and 46% of women received at least one antibiotic prescription in 1999. The highest levels of use were seen in children under 5 years, approximately 70% of whom received at least one antibiotic prescription, and those over 65 years, an estimated 50% of whom received at least one such prescription. In the first half of 2000, among the more than100 antibiotics prescribed in the country, six (clarithromycin, cefonicid, amoxacillin with clavulinic acid, ceftriaxone, azithromycin, and ciprofloxacin) accounted for 50.5% of total expenses for antibiotics. In Italy, in addition to a high mean level of antibiotic consumption, there is a great deal of regional variability as well as a consistent geographic trend. In the first half of 2000, antibiotic use ranged from 13 DDD per 1000 persons in Friuli Venezia Giulia in northeast Italy to 34 DDD per 1000 persons in Campania in southern Italy. The regional differences further increased when the analysis was limited to those antibiotics for which Italian law requires a written justification, with values ranging from 0.1 DDD per 1000 persons per day in Friuli Venezia Giulia and Veneto (also in northeastern Italy) to 0.9 DDD per 10000 residents per day in Campania. A similar level of variability was observed for injectable antibiotics. Despite the highly restricted indications for injectable antibiotics, their use in Italy remains high and accounts for 6% of the DDD and 34% of the antibiotic expenses. Regional differences such as those observed in Italy cannot be easily explained by differences in levels of morbidity. The most likely explanation for the variability is different prescribing practices by physicians in the different regions. Another source of variability is related to the varying levels of functioning of the drug use monitoring system. Those regions with the most restrained use of antibiotics are those where the monitoring systems have been functioning the longest. Because of the risks associated with inappropriate antibiotic use, which include induction of bacterial resistance as well as adverse reactions, even limited changes in prescribing practices could have important health consequences and reduce health care costs. An important step will be to share the results of studies on prescribing practices with physicians and to develop interventions designed to reduce the level of inappropriate prescriptions. situazione dell’antibioticoresistenza nel settore veterinario viene fornita per 3 categorie di specie batteriche: • patogeni animali (i. e. Pasteurellaceae, Staphylococci coagulasi positivi, Streptococci, Escherichia coli) • batteri zoonosici (Salmonella, E.coli EHEC) • batteri indicatori (Enterococci, E. coli) Attualmente è in corso l’Azione Concertata nel V EC Framework Programme “ARBAO II” (Project Leader: Frank Aarestrup, Danish Zoonosis Centre), con lo scopo di creare un network europeo per l’armonizzazione dei criteri e dei metodi per la produzione di dati comparabili e rappresentativi sull’antibioticoresistenza in ambito veterinario. Come rappresentanti per l’Italia vi partecipano il Centro Nazionale di Referenza per l’Antibioticoresistenza (IZS delle • food animals (bovine, ovine, swine, and poultry) • companion animals (dogs, cats, horses). The information on the resistance situation is provided for three categories of bacteria of animal origin: • animal pathogens (Pasteurellaceae, coagulase positive Staphylococcus, Streptococci, Escherichia coli) • zoonotic bacteria (Salmonella, E. coli EHEC) • indicator bacteria (Enterococci, E. coli). At present in Europe there is an ongoing Concerted Action (EC V Framework Programme) named “ARBAO II” (Project Leader: Frank Aarestrup, Danish Zoonosis Centre), with the aim of creating a stable EU network for the harmonization of methods and criteria for the production of comparable and representative data on antibiotic resistance. The Italian 13 ITAVARM_2003 Regioni Lazio e Toscana) per il settore veterinario e l’Istituto Superiore di Sanità per il settore umano. Veterinary National Reference Centre and the National Institute of Health participate for Italy in the veterinary field and in the human field, respectively. Centro Nazionale di Referenza per l’Antibioticoresistenza nel settore Veterinario The Veterinary National Reference Centre for Antibiotic Resistance L’esistenza di un centro di referenza che implementi un sistema di monitoraggio sull’antibioticoresistenza è stato il primo passo per avviare attività di sorveglianza, per ottenere dati epidemiologici accurati, per rendere possibile l’attività di reporting e per permettere in un immediato futuro l’acquisizione di informazioni sul rischio di diffusione dell’antibitocoresistenza negli animali e, lungo la filiera produttiva, anche all’uomo. Il Centro di Referenza per l’Antibioticoresistenza (CRAB) si propone di operare in un network nazionale, prevalentemente costituito dalla rete degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IIZZSS), rappresentativi della realtà italiana, per favorire standardizzazione ed armonizzazione di metodiche analitiche e di reporting, oltre che promuovere la qualità del servizio fornito dai laboratori veterinari in tema di test di sensibilità agli antibiotici, attività di importante supporto nella scelta della terapia nell’ambito della pratica clinica. Il Centro di Referenza ha inoltre l’obiettivo di avviare e mantenere un Sistema di Sorveglianza sull’antibioticoresistenza in medicina veterinaria. Lo scopo è quello di individuare l’emergenza e la diffusione di resistenze (e multiresistenze) di particolare rilevanza in determinate categorie di batteri di origine animale (patogeni animali, zoonosici ed indicatori) attraverso report periodici e pubblicazioni. Il Centro si propone di non limitare l’acquisizione di informazioni utili alle azioni di Sanità Pubblica nel solo campo della sorveglianza di laboratorio, ma di estendere le informazioni al campo delle problematiche relative all’uso dei farmaci antimicrobici nella pratica clinica veterinaria e nelle produzioni animali (p. e. attitudini all’uso degli antibiotici da parte dei veterinari, informazione sui consumi). La Comunità Italiana e la Comunità Europea potranno così disporre di strumenti informativi per orientare le azioni di Sanità Pubblica in tema di valutazione del rischio per il consumatore (risk assessment), di politiche di regolamentazione del farmaco veterinario, di informazione e di formazione nel sistema agrozootecnico e nella formazione professionale veterinaria. The appointment of a reference centre that implements a system for the monitoring of antibiotic resistance was the first step towards initiating activities of surveillance, obtaining accurate epidemiological data, making possible reporting activities and creating the opportunity for the acquisition, in the immediate future, of information on the risk of the spread of antibiotic resistance in animals and, through the production chain, to humans as well. The Reference Centre for Antibiotic Resistance (CRAB) intends to operate in a national network consisting primarily of the Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IIZZSS), the Veterinary Regional Institutions for the prevention and control of animal infectious diseases and zoonoses, in order to favour the standardisation and harmonisation of methods of analysis and reporting. Another objective is upgrading the quality of the service offered by veterinary laboratories in terms of susceptibility testing, an important support activity for decisions on the therapy to be followed in clinical practice. A further objective of the Reference Centre is to initiate and maintain a system for the surveillance of antibiotic resistance in veterinary medicine. This would be done in order to identify the emergence and diffusion of major resistances (and multiresistances) in certain categories of bacteria of animal origin (animal pathogens, zoonotic pathogens and indicator bacteria) through periodic reports and publications. The activity of the Centre is not limited to the laboratory surveillance, but includes also data collection on the use of antimicrobial pharmaceuticals in veterinary clinical practice and in the animal production (i.e. veterinarians’ attitudes towards the use of antibiotics, information on consumption). In this way the Italian Community and the European Community will be able to draw on information tools to guide public health activities in terms of assessing risks for the consumer, regulatory policies for veterinary pharmaceuticals and information for the animal husbandry system and for the veterinarians’ professional training. 14 ITAVARM_2003 GLI ANTIBIOTICI NELL’ALLEVAMENTO BOVINO: RISULTATI DI UN INDAGINE TRA I VETERINARI DEL SETTORE Luca Busani1, Caterina Graziani1, Alessia Franco2, Alessandra Di Egidio2, Goffredo Grifoni2, Giovanni Formato2, Marcello Sala2, Nancy Binkin3 e Antonio Battisti2 1Laboratorio di Medicina Veterinaria, ISS 2Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana, Roma 3Laboratorio di Epidemiologia e Biostatistica, ISS Gli antibiotici sono farmaci fondamentali per il controllo delle malattie infettive dell’uomo e degli animali. Hanno inoltre contribuito al miglioramento delle produzioni zootecniche. Negli ultimi anni si è però assistito all’emergenza e alla diffusione di fenomeni di antibioticoresistenza, con possibili rischi per la salute pubblica. Per studiare l’impiego degli antibiotici da parte dei veterinari che lavorano nel campo dell’allevamento bovino e la loro percezione del problema dell’antibioticoresistenza in considerazione dei principi dell’uso prudente, definiti in modo consensuale da vari organismi internazionali, è stata fatta un’indagine tra giugno e settembre 2002, con i seguenti obiettivi: • valutazione dell’impiego degli antibiotici e conformità coi principi dell’uso prudente; • conoscenza dell’attitudine ad adottare pratiche conformi con le linee guida per l’uso prudente nel settore veterinario e identificazione di fattori associati con pratiche a rischio; • utilizzo di protocolli e strumenti di prevenzione collaterali (profilassi vaccinale, uso di probiotici) alla terapia antibiotica; • valutazione della percezione del problema dell’antibioticoresistenza; Dalle liste di iscritti a due società scientifiche (1143 soggetti) sono stati selezionati 250 candidati mediante campionamento casuale semplice. I soggetti selezionati sono stati intervistati telefonicamente riguardo: • tipo e dimensioni degli allevamenti; • attitudine all’impiego di vaccini per il controllo di patologie respiratorie ed enteriche batteriche; • uso del laboratorio per diagnosi e test di suscettibilità agli antibiotici; • uso di antibiotici per la terapia e la profilassi di mastiti, enteriti neonatali e dello svezzamento, infezioni respiratorie; • percezione del problema antibioticoresistenza; Sono stati considerati solo veterinari liberi professionisti che operano nel settore dei bovini da latte e/o da carne. I dati sono stati inseriti mediante EpiData 2.1 e analizzati con EpiInfo 2002. Centosei dei 250 veterinari (42%) sono stati inclusi nell’indagine, 48 non erano idonei, 4 hanno rifiutato l’intervista, 92 non sono stati reperiti telefonicamente. I veterinari intervistati seguono circa 1/20 della popolazione totale di bovini sul territorio nazionale; la maggioranza (81%) opera nel Nord Italia e segue allevamenti di bovini da latte (62,3%). La vaccinazione per le infezioni respiratorie è consigliata nel 3% degli allevamenti da latte e nel 34% in quelli da carne per le enteriti neonatali è consigliata rispettivamente nel 24% e nel 30%. La diagnosi da laboratorio è utilizzata dal 67% per le mastiti, dal 37% per le enteriti e dal 17% per le infezioni respiratorie. Oltre il 60% pratica terapia empirica in attesa dei risultati del laboratorio. Tra gli intervistati, come prima scelta in terapia, il 12% per mastite, il 68% per enteriti, il 28% per malattie respiratorie usano farmaci di “nuova generazione” (cefalosporine di III-IV, aminoglicosidi di nuova generazione, fluorochinolonici), soprattutto nei grandi allevamenti da carne. Per le forme respiratorie, il 12% utilizza fenicoli (florfenicol). Il 20%, il 28% e il 62% ha riportato l’uso di antibiotici per profilassi (metafilassi) rispettivamente per enteriti, malattie respiratorie, mastite (asciutta). Il 21% “spesso” e il 64% “talvolta” ha sperimentato insuccessi terapeutici. Maggior propensione all’impiego di antibiotici di ultima generazione si è riscontrata nei veterinari che hanno riscontrato fallimento terapeutico. L’analisi multivariata ha mostrato associazione significativa tra: • percezione di fallimento terapeutico (“spesso”) e utilizzo di antibiotici di nuova generazione per la mastite (OR aggiustato 4,1, IC 95% 1,1-14,3); • percezione di fallimento terapeutico (“spesso” e “talvolta”) e utilizzo di fluorochinolonici per le enteriti neonatali (OR aggiustato 6,2 IC 95% 1,6-23,8). Dal 78% al 92% del campione ha partecipato a convegni/corsi d’aggiornamento nell’ultimo anno, è abbonato a riviste italiane e riceve aggiornamento dall’industria farmaceutica; il 39% consulta mailing list e il 24% è abbonato a riviste estere; circa il 20% utilizza correntemente tutti gli strumenti di aggiornamento. Oltre il 20% ha dimostrato un elevato livello di consapevolezza del problema dell’antibioticoresistenza. Il campione intervistato è abbastanza giovane, usa strumenti differenziati di aggiornamento ed è a conoscenza di problemi connessi all’uso non prudente degli antibiotici sia negli animali che nell’uomo. L’attitudine all’utilizzo di antibiotici di nuova generazione non è influenzata nè dall’aggiornamento nè dal livello di percezione del problema antibioticoresistenza, nè dall’utilizzo del laboratorio, ma pare più legato all’esigenza di intervenire farmacologicamente negli allevamenti in modo risolutivo. Infatti, anche chi utilizza “spesso” il laboratorio per diagnosi e antibiogramma per infezioni enteriche, tende a impiegare fluorochinolonici come prima scelta (38,5%). Tale attitudine è considerata un comportamento a rischio in sanità pubblica; nel nostro studio esso non risulta associato con l’età, l’area di attività, la formazione, l’aggiornamento, l’uso del laboratorio, la consapevolezza del problema antibioticoresistenza. L’omologazione sostanziale nell’utilizzo di alcune categorie di farmaci di nuova generazione si evidenzia, purtroppo, anche nel trattamento delle enteriti neonatali in cui la terapia antibiotica è indicata soltanto quando sussistono sintomi di infezione sistemica. 15 ITAVARM_2003 ANTIBIOTIC USE IN CATTLE: RESULTS OF A SURVEY AMONG VETERINARIANS Luca Busani1, Caterina Graziani1, Alessia Franco2, Alessandra Di Egidio2, Goffredo Grifoni2, Giovanni Formato2, Marcello Sala2, Nancy Binkin3 and Antonio Battisti2 1Laboratory of Veterinary Medicine, ISS 2Istituto Zooprofilattico Sperimentale of Lazio and Tuscany, Rome 3Laboratory of Epidemiology and Biostatistics, ISS Antibiotics are fundamental for the control in infectious diseases in man and animals. In animals, their use may accelerate growth and increase productivity. In recent years, however, there has been considerable concern about the emergence and diffusion of antibiotic resistance resulting from antibiotic use in the veterinary sector, with possible risks for the human population. To study the knowledge and attitudes of veterinarians who work with beef and dairy cattle regarding antibiotic use and determine the extent to which their practices are in keeping with the principles of prudent antibiotic use as published by various international organizations, we performed a national study between June and September 2002. The study had the following objectives: • To evaluate the use of antibiotics and conformity with the principles of prudent use • To determine factors associated with non-judicious use • To assess the frequency with which alternatives to antibiotics are employed (vaccination, use of probiotics) • To evaluate to what extent antibiotic resistance is perceived as a risk. From the membership lists of two scientific associations (1143 members), 250 were selected using simple random sampling. Only those veterinarians in private practice who served as consulting veterinarians for meat and dairy cattle were eligible for inclusion. Those selected were contacted telephonically, and after ascertaining study eligibility, an interview was conducted concerning: • The type and dimension of the farms covered by their practices • Attitudes regarding using vaccinations for respiratory and enteric bacteria • Use of the laboratory for diagnosis and susceptibility testing • Use of antibiotics for therapy and for the prophylaxis of mastitits, enteritis in calves (neonatal and during the weaning process), and respiratory infections • Perceptions regarding antibiotic resistance. Data were entered in EpiData 2.1 and analysed using EpiInfo 2002. One hundred six veterinarians were interviewed, representing 42% of the original sample. Of the remaining 144, 48 were not eligible, 92 could not be contacted despite multiple attempts, and 4 refused to participate. The veterinarians interviewed provide care for about 5% of the total cattle population of the country; most (81%) worked in the north and provided consultation for dairy cattle. The veterinarians recommended vaccination for respiratory infections for 3% of the dairy farms 34% of the cattle farms in their practices; for neonatal enteritis, the corresponding figures were 24% and 30%. Laboratory diagnosis was used by 67% of the veterinarians “sometimes” or “always” for mastitis, by 37% for neonatal enteritis, and by 17% for respiratory infecdtion. More than 60%, however, practices empiric therapy while awaiting culture and sensitivity results. “New generation” antibiotics (3rd and 4th generation cephalosporins, new aminoglycosides, and fluoroquinolones) listed among the drugs of first choice by 12% of veterinarians for treating mastitis; these drugs were among the first choices of 68% of veterinarians for neonatal enteritis treatment and of 28% for respiratory diseases; this preference was especially common among veterinarians providing care for large cattle farms. An additional 12% listed phenicols (florfenicol) as their first choice for respiratory infections. Antibiotic use was also common for prophylaxis, with 20% reporting using antibiotics for the prevention of neonatal enteritis, 28% to prevent respiratory diseases, and 62% to prevent mastitis during the drying off period. Therapeutic failure was reported “often” by 21% and “sometimes by 64% of the veterinarians. Those who experienced failures were more likely to use new generation antibiotics. A series of multivariate analyses showed a significant association between: - the perception of antibiotic failure “often” and the use of new antibiotics for mastitis (adjusted odds ratio (AOR) 4.1; 95% confidence intervals (CI) 1.1-14.3. - The perception of failure “often” or “sometimes” and the use of fluoroquinolones for neonatal enteritis (AOR 6.2; 95%CI 1.6-23.8. None of the other variables in the models, including training and specialization, area of practice, or continuing education experiences were significantly associated with the use of these antibiotics. More than 75% of the veterinarians had participated in conferences or continuing education courses in the previous year, were subscribers to Italian journals, and received updates from the drug industry; 39% participated in mailing lists and 24% subscribed to international journals; approximately 20% used all of the above methods to remain current. More than 20% responded correctly to all questions regarding antibiotic resistance. The sample interviewed was young, used a variety of methods to remain current, and were aware of the potential risks of antibiotic resistance, but a substantial number nonetheless used “new generation” antibiotics or fluoroquinolones when other antibiotics were clearly available. This use was not influence by continuing education experience, perception of the problem of resistance, or use of the laboratory; instead it may result from the perceived need to rapidly resolve a problem and the belief that this will be more likely to occur if such antibiotics are used. Indeed, we found a seemingly paradoxical relationship between use of the laboratory for culture and sensitivity for enteric infections and the use of fluoroquinolones; of those using laboratory testing, 38% recommended fluoroquinolones as their first choice drug. These practices, which may pose public health risks, were seemingly unaffected by levels of knowledge and training. Increased use of such antibiotics is of particular concern for the treatment of conditions such as neonatal enteritis, which frequently is viral in origin and for which treatment is recommended only when the animal shows signs of systemic infection. 16 ITAVARM_2003 Aspetti demografici: Popolazione italiana residente nel 2002 The Italian demographic picture: Human population Al 31 dicembre 2002 la popolazione residente in Italia risulta pari a 57.321.070 persone. Di queste, 25.782.796 abitanti (45 %) sono residenti nel Nord, 10.980.912 (19,2 %) nel Centro e 20.557.362 (35,9 %) nel Mezzogiorno. The population residing in Italy (31 december 2002) is 57,321,070 inhabitants, of which 25,782,796 (45%) residing in the northern part of the country, 10,980,912 (19.2%) in central and 20,557,362 (35.9%) in southern Italy. TABLE 1 POPULATION RESIDING IN ITALY SHOWN BY REGION, GEOGRAPHIC AREA AND AGE CLASS (ISTAT*, 2001) REGION Age class Total <1 1-4 5-9 10-14 15-24 25-44 45-64 65 + 35,773 138,626 170,383 170,503 415,032 1,305,472 1,165,264 888,678 1,153 4,280 5,010 5,015 11,554 38,911 31,873 22,793 120,589 Lombardia 85,209 326,068 394,189 389,439 934,198 2,949,302 2,423,780 1,619,529 9,121,714 Trentino-Alto Adige 10,540 41,796 50,263 48,108 103,606 304,050 226,698 158,062 943,123 Bolzano-Bozen 5,452 22,000 26,490 25,410 53,971 152,714 107,249 71,978 465,264 Trento 5,088 19,796 23,773 22,698 49,635 151,336 119,449 86,084 477,859 Veneto 43,059 166,298 200,361 197,521 475,496 1,477,235 1,165,214 815,669 4,540,853 Piemonte Valle d’Aosta Friuli-Venezia Giulia 4,289,731 9,552 36,163 44,420 44,030 109,272 364,032 328,878 252,247 1,188,594 Liguria 11,200 44,767 57,064 56,827 132,806 469,023 444,311 405,018 1,621,016 Emilia-Romagna 33,896 126,327 151,773 146,673 362,773 1,246,472 1,053,039 887,710 4,008,663 Toscana 28,283 108,785 136,067 139,386 339,595 1,067,056 945,536 782,896 3,547,604 Umbria 6,774 26,305 34,003 35,706 86,958 245,991 216,973 187,772 840,482 Marche 12,471 49,057 63,135 65,214 156,693 436,606 370,086 315,933 1,469,195 Lazio 48,362 194,716 251,247 253,945 580,743 1,681,729 1,371,327 920,233 5,302,302 Abruzzo 10,938 44,163 60,963 64,864 152,113 381,973 309,647 256,622 1,281,283 Molise 2,621 11,239 15,953 17,332 39,950 95,324 76,428 68,330 327,177 Campania 68,081 274,150 370,591 387,930 837,596 1,769,656 1,271,571 802,669 5,782,244 Puglia 4,086,608 42,505 171,317 232,698 249,346 579,750 1,235,319 945,184 630,489 Basilicata 5,648 22,744 32,222 35,902 81,007 181,754 135,818 109,712 604,807 Calabria 19,680 81,558 116,787 131,643 290,504 607,695 454,299 341,122 2,043,288 Sicilia 52,859 217,636 304,920 323,528 691,379 1,496,915 1,155,206 834,257 5,076,700 Sardegna 13,764 54,688 77,293 88,599 220,605 528,193 408,708 256,194 1,648,044 ITALY 542,368 2,140,683 2,769,342 2,851,511 6,601,630 NORTH 230,382 1,073,463 1,058,116 2,544,737 8,154,497 6,839,057 5,049,706 25,834,283 494,251 1,163,989 3,431,382 2,903,922 2,206,834 11,159,583 1,211,427 1,299,144 2,892,904 6,296,829 4,756,861 3,299,395 20,850,151 CENTRAL SOUTH 884,325 95,890 378,863 216,096 877,495 484,452 17,882,708 14,499,840 10,555,935 57,844,017 * ISTAT: Italian Institute for Statistics 17 ITAVARM_2003 TABLE 2 NUMBER OF FARMS IN ITALY, SHOWN BY REGION AND ANIMAL SPECIES (ISTAT, 2000) REGION Piemonte Valle d’Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Bolzano-Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALY NORTH CENTRAL SOUTH 18 Farms by animal species Total Bovine 42,521 2,822 35,589 17,789 12,812 4,977 84,555 14,679 11,636 49,012 49,805 25,526 39,479 68,721 37,559 14,374 70,278 7,946 20,306 37,229 18,443 27,566 675,835 258,603 183,531 233,701 18,530 1,586 19,660 11,217 9,476 1,741 21,575 3,761 1,617 11,938 4,964 3,553 5,310 10,872 5,945 4,043 15,350 4,386 3,730 6,086 9,045 8,685 171,853 89,884 24,699 57,270 Water buffalo 16 59 5 4 1 27 9 4 19 13 8 27 647 7 20 1,298 46 13 11 9 8 2,246 139 695 1,412 Swine Ovine Caprine Horse Poultry 3,546 107 7,487 5,885 5,475 410 10,674 3,095 355 4,498 5,471 7,503 14,979 18,881 15,933 7,714 34,641 1,310 11,639 26,246 2,416 12,945 195,325 35,647 46,834 112,844 2,214 169 2,857 2,515 2,136 379 1,054 231 1,331 1,871 4,635 3,815 3,853 13,037 9,646 3,884 8,560 2,462 8,119 5,726 6,482 14,478 96,939 12,242 25,340 59,357 3,638 282 3,551 2,245 1,725 520 2,385 624 1,037 1,577 2,028 740 1,234 3,442 1,607 1,364 5,317 1,424 4,467 5,813 2,496 3,290 48,561 15,339 7,444 25,778 2,920 145 4,602 2,389 1,798 591 3,581 647 762 3,480 4,233 1,699 1,332 5,996 1,932 855 2,180 1,245 1,902 1,694 2,575 4,492 48,661 18,526 13,260 16,875 27,403 1,489 19,980 11,262 8,562 2,700 71,586 11,827 9,746 41,426 42,057 22,701 36,409 58,907 33,338 13,008 60,964 3,841 16,175 27,752 6,771 4,897 521,539 194,719 160,074 166,746 ITAVARM_2003 TABLE 3 NUMBER OF FARM ANIMALS IN ITALY, SHOWN BY REGION AND ANIMAL SPECIES (ISTAT, 2000) REGION Farms by animal species Bovine Piemonte Valle d’Aosta Lombardia Trentino-Alto Adige Bolzano - Bozen Trento Veneto Friuli-Venezia Giulia Liguria Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna ITALY NORTH CENTRAL SOUTH 818,538 38,888 1,604,620 189,343 144,196 45,147 931,337 100,766 16,468 621,399 103,008 62,994 78,329 239,457 82,862 56,594 212,267 152,723 77,711 101,976 307,876 249,350 6,046,506 4,321,359 483,788 1,241,359 Water buffalo 598 4,393 24 22 2 1,364 569 20 1,179 521 126 493 33,518 58 489 130,732 5,604 547 169 563 984 181,951 8,147 34,658 139,146 Swine Ovine Caprine Horse Poultry 924,162 1,072 3,809,192 22,158 15,804 6,354 701,685 191,663 1,477 1,552,437 171,641 250,492 147,750 89,206 115,120 47,447 141,772 27,145 82,906 101,095 41,649 193,947 8,614,016 7,203,846 659,089 751,081 88,162 2,216 91,223 60,381 39,739 20,642 30,910 6,270 17,717 78,673 554,679 149,814 162,774 636,499 281,613 113,160 227,232 217,963 335,757 236,962 708,182 2,808,713 6,808,900 375,552 1,503,766 4,929,582 46,176 3,399 50,627 21,177 15,714 5,463 12,647 6,128 7,672 10,483 17,158 6,302 6,929 38,849 15,403 10,322 49,455 52,135 97,545 139,358 122,150 209,487 923,402 158,309 69,238 695,855 11,750 260 20,400 6,739 4,725 2,014 13,243 2,310 2,585 15,654 18,589 8,251 5,064 22,795 8,436 2,474 4,967 7,550 5,093 3,631 8,453 16,487 184,731 72,941 54,699 57,091 13,966,635 14,515 27,285,623 1,362,251 250,863 1,111,388 47,983,231 8,638,393 277,338 29,036,967 3,484,039 8,170,282 7,693,313 3,322,691 3,601,858 4,034,421 5,765,546 1,981,935 496,363 1,410,145 1,678,455 1,139,323 171,343,324 128,564,953 22,670,325 20,108,046 19 ITAVARM_2003 TABLE 4 FOOD OF ANIMAL ORIGIN PRODUCED IN ITALY, Production Beef Pork Ovine and caprine meat Poultry meat Rabbit, game, venison Eggs (million units) Bovine milk3 (000 hl) Ovine, caprine milk (000 hl) 2002 (MIPAF*) Amount (live weight) Thousand Variation (%) tons 2002/01 1,641 -0.3 1,832 3.2 92 3.8 1,461 1.9 407 0.4 12,856 -0.8 107,306 0.8 7,478 0.4 Value Million Euro 3,584 2,410 308 1,927 779 912 4,000 522 Variation (%) 2002/01 2.6 -13.2 -9.5 -7.4 -10.5 0.4 2.5 5.4 3 water buffalo milk included * MIPAF: Ministry of Agriculture and Forestry DATI SULL’ANTIBIOTICORESISTENZA DATA ON ANTIMICROBIAL RESISTANCE Antibioticoresistenza in agenti zoonosici Foodborne pathogens (zoonotic) L’attività di monitoraggio dell’antibioticoresistenza nei batteri responsabili di zoonosi riguarda prevalentemente gli agenti di zoonosi trasmissibili con gli alimenti; In questo Report sono riportate i dati realtivi a Salmonella enterica ed Escherichia coli enteroemorragici (EHEC, STEC). Per quanto riguarda il monitoraggio di Salmonella, i dati di origine umana derivano dalla rete ENTER-NET, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità, mentre i dati di origine animale derivano dalla rete ENTER-VET, coordinata dal Centro di Referenza per le Salmonellosi (IZS delle Venezie). Salmonella spp. Le salmonellosi nell’uomo in Italia sono soggette a notifica obbligatoria (malattie di classe II ed episodi epidemici di classe IV), ed i dati sono raccolti dal Ministero della Salute (bollettino delle malattie infettive). La sorveglianza sugli animali riguarda prevalentemente le specie avicole (Dir. 92/117/EEC amended Dir. 99/2003/EEC), anche se a livello locale sono stati effettuati monitoraggi su bovini, suini e altre specie (Veneto, Lazio, Lombardia, Abruzzo) I dati sugli animali provengono inoltre dall’attività diagnostica degli IZS. La sorveglianza sugli alimenti di origine animale e vegetale è obbligatori a per legge ed ogni anno su tutto il territorio nazionale vengono analizzati oltre 20.000 campioni per la ricerca di Salmonella. In Italia è attiva inoltre la rete Enter-NET, un sistema di sorveglianza basato sui laboratori di microbiologia, che raccoglie annualmente informazioni (sierotipi, fagotipi, profili di resistenza agli antibiotici) su oltre 12.000 ceppi di Salmonella, di cui circa la metà di origine umana. Infezioni nell’uomo Negli ultimi anni sono stati notificati dai 15.000 casi del 1996 ai 10.000 del 2002, con valori di incidenza da 7,1 casi su 100.000 della Puglia fino a 56,9 casi su 100.000 della P.A. di Bolzano. In alcune regioni i dati sono notevolmente sottostimati sia per una generica tendenza a non notificare che 20 The monitoring of antibiotic resistance in the bacteria responsible for zoonoses primarily regards food-borne pathogens; this report presents data on Salmonella enterica and Enterohaemorrhagic Escherichia coli (EHEC, STEC). In the case of the monitoring of Salmonella, the data on humans are taken from the ENTER-NET network, which is coordinated by the Italian Institute of Health, while the data on animals come from the ENTER-VET network, coordinated by the Reference Centre for Salmonellosis (IZS delle Venezie). Salmonella spp. In Italy, human salmonellosis is subject to obligatory notification (class II illnesses and epidemic episodes of class IV), and the data are collected by the Ministry of Health (bulletin of infectious diseases). Surveillance of animals focuses primarily on poultry species (Dir. 92/117/EEC, amended by Dir. 99/2003/EEC), though there has also been monitoring of cattle, swine and other species on the local level (Veneto, Latium, Lombardy and Abruzzo regions). Data on animals are also generated by the diagnostic activities of the IIZZSS. Surveillance of animal and vegetable foodstuffs is required under the law, and every year more than 20,000 specimens are analysed throughout the national territory for Salmonella. Also active in Italy is the Enter-NET network, a surveillance system based on laboratories that gather information annually (serotypes, phage types, profiles of resistance to antibiotics) on more than 12,000 strains of Salmonella, of which roughly half are of human origin. Infections in humans In recent years the number of cases notified has ranged from 15,000 in 1996 to 10,000 in 2002, with the levels of incidence ranging from 7.1 cases for every 100,000 inhabitants in the Apulia region to 56.9 cases for every 100,000 inhabitants in the Autonomous Province of Bolzano. In a number of regions the figures are considerably underestimated, both on account of the tendency of the entire ITAVARM_2003 riguarda tutto il sistema, sia per la mancanza di diagnosi microbiologica in una parte dei casi. Gli episodi epidemici rilevanti di tossinfezione alimentare sono inclusi nella classe IV della classificazione delle malattie infettive e sono anch’essi notificati al SSN. Nel 2002, sono stati notificati 406 focolai epidemici di tossinfezione alimentare (in 280 dei quali l’agente eziologico è stato individuato) con oltre 4000 casi di infezione, ma non è stato possibile stabilire quanti sono dovuti a Salmonella, in quanto non sono riportati gli agenti eziologici. I sierotipi isolati più frequentemente dall’uomo negli ultimi 4 anni sono riportati in tabella 5. Salmonella Enteritidis e Salmonella Typhimurium rappresentano circa i tre quarti degli isolati umani, distinguibili per fini epidemiologici, in diversi tipi fagici. I principali sierotipi di Salmonella circolanti in Italia negli animali e negli alimenti di origine animale sono riportati nelle tabelle 6 e 7, distinti per le diverse origini. Resistenza in Salmonella spp. nell’uomo I principali sierotipi di Salmonella isolati da casi umani sono STM e SE, che dal 1999 al 2003 sono stati oltre il 70% di tutti gli isolamenti (tabella 5). Dal 1999 al 2003 si è evidenziato un costante aumento di isolamenti da STM, che dal 26% del 1999 è arrivata al 46.3% nel 2002 per scendere al 39.5% nel 2003, superando SE, che è passata dal 49% del 1999 al 21.5% del 2001 e nel 2003 è al 37.1%. Gli altri sierotipi di rilievo sono S. Infantis (dal 2% al 7.3%) e S. Derby (da 1.5% a 2.1%). Resistenza in Salmonella spp. negli animali e in alimenti di origine animale STM è anche il sierotipo più frequentemente isolato dagli animali e dagli alimenti (23.9% e 20.6% rispettivamente), mentre la SE è di raro isolamento dagli animali, ma si riscontra negli alimenti, in particolare uova, molluschi e carni avicole (tabelle 6 e 7). Riguardo gli altri sierotipi, si evidenziano alcune associazioni tra sierotipo e specie animale d’origine, quali S. Blockley nel tacchino, S. Virchow e S. Hadar nel pollo, S. Derby nel suino, mentre nelle altre specie prevale nettamente STM. system to omit notification and because of the lack of microbiological diagnosis for a portion of the cases. According to the Italian Institute for Statistics (ISTAT) data on the leading causes of death, Salmonella infections cause approximately 20 deaths per year (ISTAT 1997-2001), mainly among the elderly. Significant food-borne epidemics fall under class IV of the classification of infectious diseases and are also notified to the National Health System (SSN). In 2002, notification was made of 406 outbreaks (in 280 cases the etiologic agent was identified), resulting in more than 4000 cases of infection, but there is no way of establishing how many were due to Salmonella, given that the etiologic agents are not listed. The serotypes most frequently isolated in human beings over the last 4 years are listed on table 5. Salmonella Enteritidis (SE) and Salmonella Thyphimurium (STM) account for approximately three quarters of the human isolates distinguishable for epidemiological purposes in different phage types. The main Salmonella serotypes circulating in Italy in animals and foodstuffs of animal origin are listed on tables 6 and 7, distinguished by their different origins. Salmonella spp. resistance in humans The main Salmonella serotypes isolated from human cases are STM and SE, which, from 1999 to 2003, accounted for more than 70% of all isolations (table 5). From 1999 to 2003 there was a constant rise in isolations of STM, which went from 26% in 1999 to 46.3% in 2002, falling to 39.5% in 2003 and exceeding the level of SE, which went from 49% in 1999 to 21.5% in 2001 and then 37.1% in 2003. The other major serotypes are S. Infantis (from 2% to 7.3%) and S. Derby (from 1.5% to 2.1%). Salmonella spp. resistance in animals and food of animal origin STM is also the serotype most frequently isolated from animals and foodstuffs (23.9% and 20.6% respectively), while SE is rarely isolated from animals but is found in foodstuffs, especially eggs, shellfish and poultry meat (tables 6 and 7). As for the other serotypes, some associations were found between serotypes and animal species of origin, as in the case of S. Blockley in turkeys, S. Virchow and S. Hadar in chicken and S. Derby in swine, while other species show a clear-cut prevalence of STM. 21 ITAVARM_2003 TABLE 5 SALMONELLA ENTERICA SEROTYPES ISOLATED FROM HUMANS, ITALY 1999-2003 (data from ENTER-NET Italia) 1999 2000 Serotype n Enteritidis % 2001 Serotype n % 2678 49 Enteritidis Typhimurium 1412 26 Typhimurium Infantis 154 2.8 Infantis 434 7.3 Infantis Derby 81 1.5 Derby 113 102 2002 % 2003 Serotype n Serotype n % Serotype 2459 41 Typhimurium 2554 44.6 Typhimurium 2349 46.3 Typhimurium 2376 39.5% n % 1848 31 Enteritidis 1344 25.5 Enteritidis 1439 28.4 Enteritidis 2237 37.1% 377 6.4 Infantis 155 3.1 Infantis 123 2.0% 1.9 Derby 133 2.1 Derby 81 1.6 Derby 104 1.7% 1.3% Livingstone 60 1.1 Brandenburg 1.7 Blockley 101 1.6 Blockley 73 1.4 Panama 76 Blockley 60 1.1 Bovismorbificans 75 1.4 Hadar 94 1.4 Hadar 72 1.4 Heidelberg 70 1.2% Bredeney 69 1.3 Bredeney 72 1.2 Heidelberg 82 1.3 Heidelberg 80 1.6 Napoli 70 1.2% Saintpaul 12 0.2 Blockley 61 1 Goldcoast 78 1.2 Virchow 38 0.7 Virchow 61 1.0% Brandenburg 62 1.1 Panama 59 0.9 Muenchen 76 1.1 Bredeney 48 0.9 Muenchen 57 0.9% Muenchen 51 0.9 Muenchen 50 0.8 Brandeburg 72 1.1 Anatum 16 0.3 Bredeney 50 0.8% 14 693 12 Other serotypes 783 Total Other serotypes 5422 Other serotypes 796 5966 13.7 Other serotypes 722 5707 14.3 Other serotypes 798 5074 13.3% 6022 TABLE 6 SALMONELLA ENTERICA SEROTYPES (number and %) ISOLATED FROM ANIMALS, ITALY 1999-2003 (data from ENTER-VET) Serotype TOTAL Chicken Turkey Swine Rabbit Bovine Typhimurium 639 23.9% 48 5.3% 57 13.4% 143 54.4% 100 71.4% 67 66.3% Other species *Nd 89 51.4% 135 20.7% Blockley 188 7.0% 35 3.8% 109 25.7% 1 0.4% 9 6.4% 2 2.0% 4 2.3% 28 Virchow 184 6.9% 141 15.5% 0 0.0% 1 0.4% 2 1.4% 1 1.0% 4 2.3% 35 5.4% Hadar 184 6.9% 112 12.3% 40 9.4% 0 0.0% 3 2.1% 1 1.0% 5 2.8% 23 3.5% Heidelberg 173 6.5% 94 10.3% 71 16.7% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 1 0.5% 7 1.1% Enteritidis 113 4.2% 67 7.3% 0 0.0% 1 0.4% 4 2.9% 2 2.0% 7 4.0% 32 4.9% Livingstone 99 3.7% 88 9.6% 0 0.0% 5 1.9% 1 0.7% 0 0.0% 0 0.0% 5 0.8% Saintpaul 90 3.4% 12 1.3% 51 12.0% 0 0.0% 0 0.0% 1 1.0% 7 4.0% 19 2.9% Thompson 86 3.2% 63 6.9% 4 0.9% 2 0.8% 1 0.7% 1 1.0% 3 1.7% 12 1.8% Kottbus 69 2.6% 7 0.8% 7 1.7% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 4 2.3% 51 7.8% Derby 67 2.5% 2 0.2% 18 4.2% 43 16.3% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 4 0.6% 4.3% Infantis 50 1.9% 39 4.3% 0 0.0% 2 0.8% 1 0.7% 1 1.0% 4 2.3% 3 0.5% Gallinarum 50 1.9% 30 3.3% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 2 1.1% 18 2.8% Anatum 46 1.7% 7 0.8% 22 5.2% 12 4.6% 0 0.0% 1 1.0% 0 0.0% 4 0.6% Bredeney 34 1.3% 23 2.5% 1 0.2% 5 1.9% 2 1.4% 0 0.0% 0 0.0% 3 0.5% Indiana 34 1.3% 17 1.9% 3 0.7% 0 0.0% 7 5.0% 0 0.0% 0 0.0% 7 1.1% Enterica 31 1.20% 16 1.8% 1 0.2% 0 0.0% 1 0.7% 0 0.0% 0 0.0% 13 2.0% Mbandaka 25 0.9% 21 2.3% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 4 0.6% Montevideo 22 0.8% 13 1.4% 2 0.5% 1 0.4% 0 0.0% 1 1.0% 0 0.0% 5 0.8% Senftenberg 22 0.8% 11 1.2% 2 0.5% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 2 1.1% 7 1.1% 66 7.2% 36 8.5% 47 17.9% 9 6.4% 23.7% 236 36.3% Other serotypes 473 Total 2679 *Nd= not determined 22 17.7% 912 424 263 140 23 22.8% 101 41 173 651 ITAVARM_2003 TABLE 7 SALMONELLA ENTERICA SEROTYPES (number and %) ISOLATED FROM DIFFERENT FOOD OF ANIMAL ORIGIN, Italy 2002-2003. (Data from ENTER-VET) Serotype TOTAL pork chicken meat turkey meat Mixed/ beef processed meat molluscs Other food NN Typhimurium 514 20.6% 291 34.0% 11 1.6% 26 10.0% 70 29.7% 40 29.2% 6 14.3% 52 30.1% 18 19.6% Derby 303 12.1% 203 23.7% 4 0.6% 16 6.2% 38 16.1% 22 16.1% 1 2.4% 9 5.2% 10 10.9% Hadar 171 6.8% 0.6% 130 18.7% 16 6.2% 5 2 0 0.0% 9 5.2% 4 4.3% 5 2.1% 1.5% Blockley 154 6.2% 3 0.4% 30 4.3% 84 32.3% 14 5.9% 9 6.6% 0 0.0% 4 2.3% 10 10.9% Heidelberg 141 5.6% 4 0.5% 91 13.1% 29 11.2% 8 3.4% 3 2.2% 0 0.0% 3 1.7% 3 3.3% Bredeney 106 4.2% 48 5.6% 20 2.9% 8 3.1% 12 5.1% 6 4.4% 2 4.8% 5 2.9% 5 5.4% Infantis 99 4.0% 30 3.5% 23 3.3% 0 0.0% 9 11 8.0% 8 19.0% 12 6.9% 6 6.5% Anatum 97 3.9% 38 4.4% 3 0.4% 28 10.8% 12 5.1% 6 4.4% 0 0.0% 6 3.5% 4 4.3% Saintpaul 96 3.8% 5 0.6% 37 5.3% 30 11.5% 11 4.7% 9 6.6% 0 0.0% 3 1.7% 1 1.1% Livingstone 91 3.6% 20 2.3% 54 7.7% 0 0.0% 7 3.0% 1 0.7% 0 0.0% 5 2.9% 4 4.3% 0.0% 3.8% Virchow 83 3.3% 2 0.2% 72 10.3% 1 0.4% 1 0.4% 2 1.5% 0 0.0% 5 2.9% 0 Enteritidis 77 3.1% 3 0.4% 50 7.2% 0 0.0% 2 0.8% 3 2.2% 5 11.9% 10 5.8% 4 4.3% Thompson 63 2.5% 2 0.2% 56 8.0% 0 0.0% 0 0.0% 3 2.2% 1 2.4% 1 0 0.0% 0.6% London 45 1.8% 33 3.9% 0 0.0% 1 0.4% 6 2.5% 2 1.5% 0 0.0% 0 0.0% 3 3.3% Brandenburg 32 1.3% 27 3.2% 0 0.0% 0 0.0% 3 1.3% 0 0.0% 0 0.0% 2 1.2% 0 0.0% Agona 31 1.2% 8 0.9% 6 0.9% 7 2.7% 4 1.7% 1 0.7% 1 2.4% 4 2.3% 0 0.0% Senftenberg 29 1.2% 1 0.1% 12 1.7% 1 0.4% 0 0.0% 3 2.2% 3 7.1% 8 4.6% 1 1.1% Indiana 26 1.0% 3 0.4% 16 2.3% 1 0.4% 0 0.0% 1 0.7% 0 0.0% 3 1.7% 2 2.2% 4.5 I 25 1.0% 12 1.4% 2 0.3% 0 0.0% 6 2.5% 1 0.7% 0 0.0% 0 0.0% 4 4.3% N.T. 23 0.9% 12 1.4% 3 0.4% 0 0.0% 5 2.1% 0 0.0% 0 0.0% 1 0.6% 2 2.2% Montevideo 21 0.8% 5 0.6% 16 2.3% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% 0 0.0% Panama 21 0.8% 17 2.0% 1 0.1% 0 0.0% 1 0.4% 0 0.0% 1 2.4% 1 0.6% 0 0.0% 10.1% 83 9.7% 60 8.6% 12 4.6% 22 9.3% 12 8.8% 14 33.3% 38 22.0% 11 12.0% 236 137 42 92 Other serotypes252 Total 2500 855 697 260 173 TABLE 8 FREQUENCY (%) OF MULTIPLE RESISTANCES IN S. TYPHIMURIUM ISOLATES, SHOWN BY PHAGE TYPE AND ORIGIN, Italy, 2003 (data from ENTER-VET) Typhimurium Typhimurium DT 104 Typhimurium NT (non-typable) N of resistances Swine Chicken Bovine Turkey Swine Chicken Bovine Turkey Swine Chicken 0 16.1 25.0 13.6 15.8 13.3 11.1 40.0 1 7.3 7.1 9.1 5.3 6.7 8.3 2 5.1 14.3 4.5 6.7 5.6 3 7.3 14.3 4.5 6.7 8.3 4 28.5 7.1 13.6 15.8 6.7 41.7 5 27.0 21.4 40.9 15.8 46.7 6 or more 8.8 10.7 13.6 47.4 13.3 Total 137 28 22 19 15 100.0 5 87.5 33.3 12.5 66.7 8 6 20.0 Bovine Turkey 100.0 100.0 1 2 25.0 40.0 36 5 23 ITAVARM_2003 TABLE 9 FREQUENCY (%) OF MULTIPLE RESISTANCES IN S. HADAR ISOLATES, SHOWN BY ORIGIN. (data from ENTER-VET, 2003) N of Swine resistances Chicken 0 1 2 3 4 5 6 or more Total 1.5 100.0 1 1.5 29.9 34.3 23.9 9.0 67 Bovine Turkey 100.0 66.7 33.3 1 3 TABLE 10 % RESISTANCE IN S. TYPHIMURIUM ISOLATES FROM HUMANS AND DIFFERENT ANIMAL SPECIES (data from ENTER-NET, 2003 and ENTER-VET, 2003) Cefotaxime Ampicillin Streptomycin Gentamicin Kanamycin Nalidixic acid Ciprofloxacin Chloramphenicol Tetracycline Sulfonamides Trimethoprim Human (42)* 0.70 65.5 53.5 3.5 2.8 7.0 0.0 8.5 68.3 66.9 16.2 Swine (137) 0.0 68.6 61.3 0.7 4.4 9.5 0.0 27.7 75.2 75.2 14.6 Chicken (28) 0.0 57.1 42.9 3.6 3.6 17.9 0.0 32.1 50.0 64.3 3.6 * isolates tested with the above panel of antimicrobial drugs TABLE 11 % RESISTANCE IN S. TYPHIMURIUM, PHAGETYPE NT ISOLATES FROM HUMANS AND SWINE (data from ENTER-NET, 2003 and ENTER-VET, 2003) Cefotaxime Ampicillin Streptomycin Gentamicin Kanamycin Nalidixic acid Ciprofloxacin Chloramphenicol Tetracycline Sulfonamides Trimethoprim 24 Human (68) 0.0 92.6 88.2 1.5 1.5 19.1 0.0 7.4 89.7 91.2 10.3 Swine (36) 0.0 77.8 72.2 0.0 0.0 11.1 0.0 13.9 80.6 77.8 2.8 Bovine (22) 0.0 72.7 72.7 4.6 0.0 4.6 0.0 59.1 77.3 77.3 4.6 Turkey (19) 0.0 79.0 79.0 0.0 36.8 36.8 0.0 63.2 84.2 79.0 0.0 ITAVARM_2003 TABLE 12 % RESISTANCE IN S. TYPHIMURIUM DT104 FROM HUMANS AND DIFFERENT ANIMAL SPECIES (data from ENTER-NET, 2003 and ENTER-VET, 2003) Cefotaxime Ampicillin Streptomycin Gentamicin Kanamycin Nalidixic acid Ciprofloxacin Chloramphenicol Tetracycline Sulfonamides Trimethoprim Human (87) 0.0 98.9 97.7 1.1 3.4 10.3 0.0 92 98.9 97.7 9.2 Swine (15) 0.0 66.7 80.0 0.0 6.7 6.7 0.0 53.3 73.3 80.0 6.7 Chicken (5) 0.0 100.0 100.0 0.0 0.0 0.0 0.0 100.0 100.0 100.0 0.0 Bovine (8) 0.0 100.0 100.0 0.0 0.0 12.5 0.0 100.0 100.0 100.0 0.0 Turkey (6) 0.0 100.0 100.0 0.0 66.7 66.7 0.0 100.0 100.0 100.0 0.0 TABLE 13 % RESISTANCE IN S. ENTERITIDIS ISOLATES FROM HUMANS AND DIFFERENT ANIMAL SPECIES (data from ENTER-NET, 2003 and ENTER-VET, 2003) Human (247) Cefotaxime 0.0 Ampicillin 6.1 Streptomycin 3.6 Gentamicin 0.0 Kanamycin 0.0 Nalidixic acid 8.9 Ciprofloxacin 0.0 Chloramphenicol 0.4 Tetracycline 2.4 Sulfonamides 21.1 Trimethoprim 0.4 Chicken (49) 0.0 0.0 6.1 0.0 0.0 16.3 0.0 0.0 2.0 36.7 0.0 Swine (12) 0.0 8.3 41.7 0.0 8.3 41.7 0.0 8.3 50.0 25.0 16.7 TABLE 14 % RESISTANCE IN S. INFANTIS, S. HADAR E S. VIRCHOW ISOLATES FROM HUMANS AND CHICKEN (data from ENTER-NET 2003, and ENTER-VET, 2003) S. Infantis Human (51) Chicken (23) Cefotaxime Ampicillin Streptomycin Gentamicin Kanamycin Nalidixic acid Ciprofloxacin Chloramphenicol Tetracycline Sulfonamides Trimethoprim 0.0 19.6 20.0 0.0 0.0 18.4 2.0 0.0 24.4 8.3 3.7 0.0 8.7 8.7 0.0 0.0 8.7 0.0 4.3 17.4 30.4 4.3 S. Hadar S. Virchow Human (20) Chicken (67) 0.0 50.0 69.2 5.6 16.7 75.0 0.0 0.0 58.8 0.0 0.0 0.0 85.1 47.8 0.0 4.5 97.0 0.0 3.0 52.2 41.8 0.0 Human (15) Chicken (54) 6.7 56.3 37.5 18.8 0.0 75.0 0.0 0.0 50.0 20.0 16.7 1.9 74.1 1.9 0.0 0.0 79.6 0.0 0.0 5.6 29.6 1.9 25 ITAVARM_2003 TABLE 15 ANTIMICROBIAL RESISTANCE (%) IN SALMONELLA ENTERICA, OTHER SEROTYPES, FROM DIFFERENT ANIMAL SPECIES (data from ENTER-VET, 2003) Cefotaxime Ampicillin Streptomycin Gentamicin Kanamycin Nalidixic acid Ciprofloxacin Chloramphenicol Tetracycline Sulfonamides Trimethoprim Swine (292) Chicken (352) Bovine (42) Turkey (68) 0.3 24.7 37.0 3.8 10.3 5.1 0.0 0.0 55.1 53.4 15.1 0.0 29.5 14.5 0.0 12.8 13.9 0.0 0.0 18.2 53.7 2.8 0.0 16.7 40.5 2.4 11.9 14.3 0.0 0.0 31.0 40.5 16.7 0.0 32.4 63.2 1.5 42.6 70.6 0.0 0.0 76.5 42.6 10.3 La resistenza agli antibiotici è un fenomeno strettamente associato al sierotipo di salmonella che si considera e alla specie animale d’origine del ceppo. Per quanto riguarda S. Typhimurium, si è valutata la resistenza (Tabella 10) distinguendo anche i due principali fagotipi riscontrati nell’uomo, DT 104 e DT NT (Tabelle 11 e 12). In generale, in S. Typhimurium si evidenza un’elevata resistenza ad ampicillina, streptomicina, tetracicline, sulfonamidi e, in particolare in DT104, anche al cloramfenicolo. La resistenza al trimethoprim è superiore al 10% solo in isolati umani e da suino, mentre la resistenza all’acido nalidixico è frequente in isolati da tacchino, soprattutto se DT 104. Riguardo le differenze di resistenza dei vari fagotipi, si evidenzia l’elevata resistenza al cloramfenicolo in DT104 (dal 53.3% al 100%), in associazione alle resistenze suddette, mentre questa resistenza è meno rappresentata in DT NT (13.9%). Le resistenze in S. Enteritidis sono nettamente inferiori rispetto a S. Typhimurium (Tabella 13). In questo sierotipo le resistenze più frequenti sono a sulfonamidi, acido nalidixico e streptomicina, in particolare negli isolati da suino. Altri sierotipi di rilievo, inclusi nel monitoraggio della resistenza agli antibiotici sono S. Infantis, S. Hadar e S. Virchow, che sono stati isolati prevalentemente da casi umani e da pollo. La resistenza in S. Infantis riguarda principalmente sulfonamidi, tetracicline, acido nalidixico, streptomicina e ampicillina, ed è maggiore negli isolati di origine umana rispetto a quelli da pollo. S. Hadar mostra resistenza agli stessi antibiotici, ma in percentuali molto più elevate (da 41.8% a 97%), inoltre si hanno resistenze di rilievo a kanamicina (16.7%) e, negli isolati di origine umana, anche a gentamicina (5.7%). S. Virchow mostra, oltre a resistenze elevate nei confronti di ampicillina, acido nalidixico e sulfonamidi, in particolare nei ceppi umani, anche resistenze a streptomicina, gentamicina, trimethoprim e, aspetto di rilievo per le implicazioni di sanità pubblica, anche resistenze a cefotaxime (6.7%). Gli altri sierotipi, in generale, evidenziano resistenze ad ampicillina, streptomicina, kanamicina, acido nalidixico, tetracicline, sulfonamidi e trimethoprim. Queste resistenze variano in base all’origine dei ceppi e sono particolarmente elevate nei ceppi da tacchino. La multiresistenza è un fenomeno anch’esso associato ai diver- 26 Resistance to antibiotics is closely related to the serotype of salmonella being considered and to the animal species from which the strain originated. In the case of STM the evaluation of resistance (Table 10) makes a distinction between the two main phage types, DT 104 and DT NT (Tables 11 and 12). As a rule, STM shows elevated resistance to ampicillin, streptomycin, tetracycline, sulfonamides and, especially in DT104, chloramphenicol. Resistance to trimethoprim is greater than 10% only in isolates from humans and swine, while resistance to nalidixic acid is frequent in isolates from turkeys, especially if DT 104. In terms of the differences in resistance of the various phage types of human origin, there is elevated resistance to chloramphnicol in DT104 (from 53.3% to 100%), in combination with the aforementioned resistances, while this resistance is less present in DT NT (13.9%). Resistances in SE are distinctly lower than for STM (Table 13). In this serotype the most frequent resistances are to sulfonamides, nalidixic acid and streptomycin, especially in isolates from swine. Other noteworthy serotypes included in the monitoring of resistance to antibiotics are S. Infantis, S. Hadar and S. Virchow, which have been isolated primarily from human cases and chickens. Resistance in S. Infantis primarily regards sulfonamides, tetracycline, nalidixic acid, streptomycin and ampicillin, and is greater in isolates of human origin than in those from chickens. S. Hadar shows resistance to the same antibiotics, but at much higher frequency (from 41.8% a 97%), while there is significant resistance to kanamycin (16.7%) and, in isolates of human origin, to gentamicin as well (5.7%). S. Virchow shows not only elevated resistance to ampicillin, nalidixic acid and sulfonamides, especially in human strains, but also resistance to streptomycin, gentamicin, trimethoprim and, a fact with significant implications for public health, resistance to cefotaxime as well (6.7%). The other serotypes, as a rule, show resistance to ampicillin, streptomycin, kanamycin, nalidixic acid, tetracycline, sulfonamides and trimethoprim. These resistances vary, depending on the origin of the strains, and are particularly pronounced in strains from turkeys. Multi-resistance is another condition associated with various ITAVARM_2003 si sierotipi di salmonella, in particolare S. Typhimurium (STM) (vedi Tabella 8), S. Hadar (vedi Tabella 9), S. Blockley, Salmonella 1,4,5,12:i:1,2. Un numero elevato di isolati presenta 4, 5, 6 o più resistenze: in particolare per la STM DT 104 il profilo di multiresistenza ad ampicillina, cloramfenicolo, streptomicina, sulfamidici, tetracicline (ACSSuT) è il più comune, mentre il fagotipo NT presenta un profilo a 4 resistenze ASSuT. serotypes of salmonella, in particular STM (see Table 8), S. Hadar (see Table 9) and S. Blockley, Salmonella 1,4,5,12:i:1,2. A large number of isolates present 4, 5, 6 or more resistances: in the case of STM DT 104, the profile of multi-resistance to ampicillin, chloramphenicol, streptomycin, sulphonamides and tetracycline (ACSSuT) is the most common, while the NT phage type presents a profile of 4 resistances (ASSuT). Escherichia coli enteroemorragici (EHEC, STEC) ed enteropatogeni (EPEC, AEEC) E. coli enteroemorragici (EHEC, STEC) comprendono sierotipi provvisti sia di geni che codificano per il fattore di adesione o intimina (eae) che per verocitotossine (VT), dette anche Shigalike toxins (ST), per cui vengono definiti VTEC o STEC. Inoltre possono produrre altri fattori di virulenza. Possono causare forme enteriche nell’Uomo con sequele molto gravi nei bambini (Sindrome emolitico-uremica, Porpora trombocitopenica). Tra i sierotipi più frequentemente associati a malattia nell’Uomo si ricordano E. coli O:157, O:26, O:111, O:103, O:145. Alcuni di questi risultano talvolta associati a forme enteriche nei vitelli e nei suini. Nei suini, in particolare, la malattia degli edemi è associata ad E. coli provvisti di fattore di adesione e secernenti una specifica variante di verocitotossina. Enterohaemorrhagic Escherichia coli (EHEC, STEC) and Enteropathogenic Escherichia coli (EPEC, AEEC) Enterohaemorrhagic E. coli (EHEC, STEC) include serotypes with genes that code for the adhesion factor (eae gene) and for Shiga-like toxins (ST), also known as verocytotoxins (VT), with the result that they are referred to as STEC or VTEC. In addition, they can produce other virulence factors. They can cause enteric forms in humans, with extremely serious sequelae in children (haemolytic-uremic syndrome, thrombocytopenic purpura). The serotypes most frequently linked to illness in humans include E. coli O:157, O:26, O:111, O:103 and O:145. A number of these can occasionally be associated with enteric forms in calves or swine. In swine, oedema disease is associated with E. coli that carry the adhesion factor and secrete a specific variety of verocytotoxin (serogroups O:138, O:139, O:149) Enteropathogenic E. coli (AEEC, EPEC) only produce the adhesion factor (eae) and are capable of producing a characteristic lesion on the surface of the enterocytes, referred to as the “attaching and effacing lesion”. They do not produce shiga toxins. They cause diarrhoea in humans, young ruminants and rabbits. E. coli enteropatogeni (AEEC, EPEC): provvisti del fattore di adesione definito intimina, e sono in grado di produrre una lesione tipica della superficie degli enterociti definibile “attaching and effacing lesion”. Non producono verocitotossine. Provocano diarrea nei giovani ruminanti e nei conigli. TABLE 16 ANTIMICROBIAL RESISTANCE (%) IN ESCHERICHIA COLI EHEC (STEC) AND EPEC (AEEC) ISOLATES FROM DIFFERENT ANIMAL SPECIES, 2002-2003 Ampicillina Amoxi/clav aca Cefazolina Cefoxitinb Ceftazidimeb Cefuroximeb Cefepimeb Cefotaximea Tetracyclinea Streptomycinc Kanamycinc Gentamicina Amikacina Sulfonamidesc Trim/sulfaa Nalidixic acidc Enrofloxacinc Chloramphenicola Water buffalo n=38* 2.6 0.0 0.0 7.9 0.0 0.0 5.3 0.0 2.6 2.9 0.0 0.0 0.0 2.6 2.6 0.0 0.0 0.0 Bovine n=17** 12.0 6.0 6.0 0.0 0.0 6.0 6.0 6.0 12.0 6.0 6.0 0.0 0.0 6.0 6.0 6.0 0.0 6.0 Ovine n=4*** 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 0.0 Rabbit n=6**** 83 33 0 17 0 0 0 0 100 100 83 83 0 100 100 0 0 100 a: tested both with Agar Diffusion and Broth Microdilution method b: tested with Broth Microdilution method c: tested with Agar Diffusion method *38/38 VT+ve; **14/17 VT+ve; ***1/4 VT+ve; ****6/6 VT+ve 27 ITAVARM_2003 I dati presentati in questo Report sono stati prodotti su isolati pervenuti al Dipartimento di Sanità Alimentare ed Animale, Reparto Zoonosi trasmesse da Alimenti ed Epidemiologia Veterinaria dell’Istituto Superiore di Sanità tra il 2002 e il 2003 per la conferma e la caratterizzazione. Gli isolati sono stati saggiati per la presenza dei geni di virulenza codificanti l’intimina (eae) e le verocitotossine (VT). Gli isolati sono stati saggiati presso il Centro di Referenza per l’Antibioticoresistenza nei confronti di panel specifici di antibiotici con la metodica di agar diffusion e con la metodica della MIC (Tabella 16). Sono stati testati 38 isolati provenienti da feci di bufalo, 17 provenienti da diverse matrici di bovino, 6 isolati da coniglio e 4 isolati da feci di ovino. Per quanto il numero di isolati provenienti da alcune specie animali sia molto basso si nota come la proporzione degli isolati resistenti alle diverse molecole vari in rapporto alla specie zootecnica in oggetto e verosimilmente in ragione del regime di impiego delle diverse molecole nei diversi sistemi di allevamento. Le resistenze osservate negli isolati delle specie ovina e bufalina sono generalmente valori meno frequenti rispetto alle altre specie zootecniche (tra lo 0% e il 3%). Nel bovino sono stati ottenuti per molte molecole valori compresi tra il 4% e l’11%, e non sono state riscontate resistenze nei confronti di alcuni aminosidi e dei fluorochinolonici; da segnalare anche un isolato resistente alle cefalosporine di terza generazione. Gli isolati da coniglio infine presentano resistenze più alte (p. e. gentamicina 83%), fino al 100% per diverse molecole (cloramfenicolo, sulfonamidi, trim/sulfa, tetraciclina). 28 The data presented in this Report were produced from isolates received by the National Institute of Health (Istituto Superiore di Sanità), Department of Food and Animal Health between 2002 and 2003 for confirmation and characterisation. The isolates were assayed for the presence of virulence genes encoding adhesion factor (eae) and shiga toxins. The isolates were assayed at the National Reference Centre for Antibiotic Resistance, on the basis of a specific panel of antibiotics, using both the agar diffusion method and the MIC method (Table 16). Tests were run on 38 isolates from water buffalo faeces, 17 from different bovine breeds, 6 isolates from rabbits and 4 isolates from sheep faeces. Despite the fact that the number of isolates originating from certain species is very low, the proportion of the isolates resistant to different molecules varies in relation to the animal species in question and, most likely, to the mode in which the different molecules are used in the different farming systems. The resistances observed in sheep and water buffalo generally were less than the other species of food animals (between 0% and 3%). In the case of cattle, many molecules presented resistances between 4% and 11%, and no resistance was observed against aminosides or fluoroquinolones; also of note is an isolate resistant to third generation cephalosporins (cefotaxime). Finally, the isolates from rabbits present higher resistances (i.e. gentamicin 83%), at levels of up to 100% for certain molecules (chloramphenicol, sulfonamides, trim/sulfa, tetracycline). ITAVARM_2003 Antibioticoresistenza in batteri patogeni animali Antibiotic resistance in animal pathogens Escherichia coli Escherichia coli è un comune microrganismo commensale dell’intestino degli animali e dell’Uomo. Si tratta di un bacillo Gram negativo, mobile, asporigeno, ossidasi negativo, appartenete alla famiglia delle Enterobacteriaceae. Escherichia coli Escherichia coli is a common commensal micro-organism found in the intestine of animals and humans. It is a Gram negative bacillus, mobile, non-sporogenous, oxidase negative, belonging to the Enterobacteriaceae family. Tipi di E. coli patogeni Types of pathogenic E. coli E. coli responsabili di forme enteriche E. coli enterotossici (ETEC): si riscontrano specialmente nei ruminanti e nei suini (ed anche nell’Uomo), in cui sono responsabili di forme diarroiche neonatali. Sono provvisti di fattori fimbriali (K88, K99, F41, 987P ed altri) per aderire alle cellule degli enterociti dell’ospite. Producono in combinazione diversi tipi di enterotossine (STb e LT negli isolati suini, STa negli isolati bovini) La tossina LT è simile antigenicamente e per funzione alla tossina di Vibrio cholerae. E. coli responsible for enteric forms Enterotoxic E. coli (ETEC): found with particular frequency in ruminants and swine, where they cause forms of diarrhoea in newborns. They produce fimbrial factors (K88, K99, F41, 987P and others) for adhering the cells of the host enterocytes. They produce combinations of different types of enterotoxins (STb and LT in swine isolates, STa in bovine isolates). The LT toxin is similar, in terms of antigens and function, to the Vibrio cholerae toxin. E. coli enteropatogeni (AEEC, EPEC): provvisti di un fattore di adesione definito intimina, e sono in grado di produrre una lesione tipica della superficie degli enterociti definibile “Attaching and Effacing Lesion”. Non producono verocitotossine. Provocano diarrea nei giovani ruminanti e nei conigli. Enteropathogenic E. coli (AEEC, EPEC): they produce an adhesion factor and are capable of producing a characteristic lesion of the surface of the enterocytes defined as “attaching and effacing lesion”. They do not produce shiga toxins. They cause diarrhoea in young ruminants and rabbits. E. coli verocitotossici (EHEC, STEC): comprendono sierotipi provvisti sia di geni che codificano per il fattore di adesione che per verocitotossine (VT), dette anche Shiga-like toxins (ST), per cui vengono definiti VTEC o STEC. Inoltre possono produrre altri fattori di virulenza. Possono causare forme enteriche nell’Uomo con sequele molto gravi nei bambini (Sindrome emolitico-uremica, porpora trombocitopenica). Tra i sierotipi più frequentemente associati a malattia nell’Uomo si ricordano E. coli O:157, O:26, O:111, O:103, O:145. Alcuni di questi risultano talvolta associati a forme enteriche nei vitelli e nei suini. Nei suini, in particolare, la malattia degli edemi è associata ad E. coli provvisti di fattore di adesione e secernenti una specifica variante di verocitotossina (sierogruppi O:138, O:139, O:149). Nel caso di E.coli patogeni ad ecologia intestinale, è importante monitorarne nel tempo la frequenza di resistenza e l’emergenza di nuovi determinanti di resistenza, poichè dato l’habitat intestinale, sono inevitabilmente sottoposti a pressione selettiva con numerose classi di farmaci antimicrobici. Inoltre è dimostrata la facilità con cui acquisiscono e trasmettono verticalmente ed orizzontalmente fattori di resistenza anche ad altre specie patogene e zoonosiche (es. Salmonella). E. coli responsabili di infezioni extraintestinali Essendo specie molto plastica, può comportarsi da patogeno opportunista o sostenere infezioni localizzate o sistemiche (p. e. infezioni urinarie, setticemie). Negli animali da reddito sono causa di forme enteriche nei giovani animali, forme setticemiche. Sono inoltre causa di mastite in bovini ed ovini (forme iperacute, con febbre, depressione e talvolta morte per shock endotossico). Enterohaemorrhagic E. coli (EHEC, STEC) include serotypes with genes that encode both for the adhesion factor (eae gene) and for Shiga-like toxins (ST), also known as verocytotoxins (VT), so that they are referred to as STEC or VTEC. Such pathogens can be associated, on occasion, with enteric forms in calves or swine. In swine, oedema disease is associated with E. coli that carry the adhesion factor and secrete a specific variety of verocytotoxin (serogroups O:138, O:139, O:149). In the case of pathogenic E. coli, it is important to monitor the frequency of resistance over time and the emergence of new resistance determinants, given that, in the intestinal habitat, they inevitably face selective pressure from a number of classes of antimicrobial drugs. Moreover, it has been demonstrated that they easily acquire and transmit resistance factors, both vertically and horizontally, to other pathogenic and zoonotic species (i.e. Salmonella). E. coli responsible for systemic infections Being a very flexible species, E. coli can act as an opportunistic pathogen or sustain localised or systemic infections (i.e. urinary infections, septicaemia). In food animals it causes enteric forms, in the young animals, forms of septicaemia. It can also cause mastitis in dairy cattle and sheep (hyper-acute forms, with fever, depression and, at times, death from endotoxic shock). Enteroinvasive E. coli (EIEC): are capable of adhering to the wall of the enterocytes and invading the deeper levels of the intestinal mucosa, so as to reach the lymphatic 29 ITAVARM_2003 E. coli enteroinvasivi (EIEC): sono in grado di aderire alla parete degli enterociti e di invadere gli strati profondi della mucosa intestinale, per raggiungere il sistema linfatico, ed invadere il circolo sanguigno. Responsabili di forme di colisetticemia negli animali, sono provvisti di vari fattori di virulenza (capsula, adesine, siderofori, alfa emolisina etc.). Nelle forme croniche, possono causare artriti o lesioni renali. I diversi tipi di E. coli sono in grado di acquisire e trasmettere orizzontalmente e verticalmente numerosi fattori di virulenza, che ne caratterizzano il potere patogeno. Analogamente, sono in grado di trasferire fattori di resistenza ad altre specie, commensali, patogene e zoonosiche. Per tali ragioni è necesssario includerli in un sistema integrato di monitoraggio dell’antibioticoresistenza. system and invade the bloodstream. They are responsible for colisepticaemia in animals, they produce a variety of virulence factors (capsule, adhesion factors, siderophores, alpha hemolysin etc.). Chronic forms can cause arthritis and renal lesions. The different types of E. coli are capable of acquiring and transmitting, both horizontally and vertically, numerous virulence factors, and these characterise their pathogenicity. In the same way, they are capable of transferring resistance factors to other species, commensals, pathogens and zoonotic agents. For these reasons they should be included in an all-encompassing system for the monitoring of antibiotic resistance. TABLE 17 % RESISTANCE IN CLINICAL ISOLATES OF ESCHERICHIA COLI FROM DIFFERENT ANIMAL SPECIES, ITALY, 2002-2003 Ampicillin Amoxi/clav ac Cefazolin Cefotaxime Tetracycline Streptomycin Kanamycin Spectinomycin Gentamicin Amikacin Sulfonamides Trim/sulfa Nalidixic acid Enrofloxacin Chloramphenicol Colistin Bovine n= 166 Ovine n= 230 Dogs n= 122 49.1 10.8 8.8 1.2 57.8 53.2 26.4 15.7 6.1 0.6 54.1 29.9 31.3 25.6 28 2.4 16.1 2.2 2.2 0 26.3 18.6 3.8 5.3 1.7 0.4 18.1 8.6 5.1 1.3 6.1 1.3 40.3 15.8 15 11.5 44.6 35.9 14.8 15.8 7.6 0 41.5 30 24.4 17.2 19 5.7 Le resistenze osservate in E.coli da isolati clinici (infezioni localizzate e sistemiche) nelle diverse specie animali sono spesso significativamente superiori a quelle di E. coli indicatori. Ciò è in parte dovuto al fatto che la raccolta degli isolati da forme cliniche risente della distorsione del campionamento (sampling bias). Infatti solitamente si inviano al laboratorio campioni biologici in seguito a forme morbose severe, o ad incidenza elevata, oppure quando i protocolli standard di terapia non danno l’esito sperato. In tal caso al laboratorio perviene un subset di agenti patogeni che spesso presenta frequenze di resistenza più elevate rispetto alla popolazione totale dei patogeni. In alcune specie zootecniche, come ad esempio il bovino (Tabella 17) le resistenze ai chinolonici negli isolati da forme cliniche sono 31% vs 15% negli isolati indicatori, mentre per i fluorochinolonici si osservano resistenze del 25,6% vs 11,2%. Negli animali da compagnia vengono presentati i risultati dell’attività di monitoraggio effettuata nella città di Roma tra il 2001 e il 2003. Negli E. coli da forme cliniche le resi- 30 The resistances observed in E. coli from clinical isolates (localised and systemic infections) in the different animal species are often significantly higher than those of E. coli indicators. This is due in part to the fact that the collection of the isolates from clinical forms may be affected by sampling bias. In fact, biological samples are normally sent to the laboratory following severe forms of illness, or those with a high rate of incidence, or when therapeutic failures occur. In such cases the laboratory receives a subset of the pathogenic agents that often presents resistance frequencies higher than those of the total population of pathogens. In a number of farmed species, such as bovine (Table 17), the resistance to quinolones in clinical isolates was 31% vs. 15% in the indicator isolates, and the resistance to fluoroquinolones were 25.6% vs. 11.2%. In the case of companion animals, the results presented were produced by monitoring activities carried out in the City of Rome between 2001 and 2003. In the E. coli from ITAVARM_2003 31 ITAVARM_2003 stenze risultano più elevate, specialmente per alcune classi di farmaci (beta lattamici più recenti, chinolonici, fluorochinolonici, fenicoli). Generalmente, il pool delle resistenze risulta rilevante, non solo per i patogeni, ma anche per gli indicatori. Per fluorochinolonici e cefalosporine di terza generazione si osservano percentuali del 17,2% e dell’11,5%, rispettivamente. Le frequenze di resistenza negli E. coli indicatori sono meno elevate, ma sono comunque significative. Molti isolati presentano un profilo di multiresistenza a numerose classi di farmaci, compresi beta lattamici a spettro esteso, fluorochinolonici, aminosidi. Gli animali da compagnia rappresentano una categoria importante da monitorare: infatti la vita a stretto contatto con proprietari aumenta il rischio di interscambio di patogeni e/o di fattori genetici di resistenza. clinical forms, the resistance prove to be even higher, especially for certain antimicrobial classes (the most recent beta lactams, quinolones, fluoroquinolones and phenicols). As a rule, there is a considerable pool of resistances, not only for the pathogens but for the indicators as well. The percentages registered for the fluoroquinolones and the cephalosporins are, respectively, 17.2% and 11.5%. The resistance frequencies in the E. coli indicators, though not as high, are nevertheless significant. Many isolates present a multi-resistance profile to numerous classes of drugs, including extended-spectrum betalactams, fluoroquinolones and aminosides. Pets represent a category that it is important to monitor: given that they live in close contact with their owners, the risk of an exchange of pathogens increases. Pasteurellaceae (Patogeni respiratori nei ruminanti) I batteri oggetto di monitoraggio appartengono alla famiglia delle Pasteurellacee, in particolare si ritiene importante raccogliere informazioni per le seguenti specie: il gruppo Pasteurella haemolytica sensu lato, (Mannheimia haemolityca, Pasteurella threalosi) e Pasteurella multocida. Il genere Mannheimia è stato proposto nel 1999 per classificare gli isolati trealoso-negativi ed arabinoso negativi (biogruppo 1 Bisgaard et al.) e Pasteurella threalosi per classificare gli isolati trealoso-positivi di Pasteurella haemolytica (ex biovar T di P.haemolytica). Si tratta di coccobacilli immobili, Gram negativi, non sporigeni, aero-anaerobi o microaerofili, solitamente ossidasi positivi e catalasi positivi. Per quanto riguarda M. haemolytica, è sicuramente il principale agente batterico patogeno responsabile di forme respiratorie nei bovini, e il motivo principale della terapia delle forme respiratorie in tale specie. Esercita il potere patogeno attraverso vari fattori di patogenicità (sintesi di leucotossine, sistema di captazione del Ferro, capsula, LPS, fimbrie, proteasi attive sulle immunoglobuline etc.). E’ importante monitorarne la resistenza poichè non solo si esercita su tale specie pressione selettiva con farmaci antimicrobici, ma anche perchè si sospetta fortemente che possa trasferire geni di resi- Pasteurellaceae (Respiratory pathogens in ruminants) The bacteria monitored belong to the Pasteurellacee family. The collection of information on the following species is thought to be of particular importance: Pasteurella haemolytica sensu lato group, (Mannheimia haemolityca, Pasteurella threalosi) and Pasteurella multocida. The Mannheimia genus was proposed in 1999 to classify the trehalose-negative and arabinose-negative isolates (biogroup 1 Bisgaard et al.) and Pasteurella threalosi to classify the trehalose-positive isolates of Pasteurella haemolytica (ex biovar T of P.haemolytica). These are immobile coccobacilli, gram-negative, non-sporogenous, aero-anaerobic or microaerophilic, normally oxidase-positive and catalase-positive. As for M. haemolytica, it is definitely the main pathogenic bacterial agent responsible for respiratory forms in bovines, and the primary cause of therapy for respiratory forms in this species. Its pathogenicity is due to a variety of factors (leukotoxin synthesis, iron capturing system, capsule, LPS, fimbriae, active proteasis on immunoglobulins etc.). It is important to monitor its resistance, not only because of the selection pressure of antimicrobial drugs on that species, but also on account of the likelihood that 32 ITAVARM_2003 stenza ad altre specie batteriche commensali e patogene per gli animali e per l’Uomo. Analoghe considerazioni possono essere fatte per le altre specie riportate. it can transfer resistance genes to other commensal or zoonotic bacteria. Similar conclusions can be drawn for the other species of the Family. Pasteurella multocida nel bovino Nel primo anno di attività, si dispone di un numero limitato di isolati testati per il panel di molecole in Figura 5. Dai dati disponibili, le frequenze di resistenza relative a P. multocida nel bovino sono generalmente basse, e raggiungono il 30%, il 24% ed il 20% soltanto per sulfamidici, tetraciclina e streptomicina, cioè molecole di largo utilizzo in Medicina Veterinaria da vari decenni, sia come specialità farmaceutiche che come integratori medicati. Pasteurella multocida in cattle In the first year of activity, only a limited number of tested isolates are available for the panel of drugs in Figure 5. The available data show that resistance frequencies for P. multocida in cattle are generally low, reaching levels of 30%, 24% and 20% only in the case of sulphonamides, tetracycline and streptomycin, meaning antimicrobials widely used in veterinary medicine for decades, both as prescription drugs and in medicated feed. Mannheimia haemolytica e Pasteurella haemolytica in bovini ed ovini Per ciò che riguarda M. haemolytica nel bovino, le uniche resistenze rilevate sono nei confronti di ampicillina (11,1%), streptomicina (25%) e acido nalidixico (22,2%). Nessun isolato è resistente ai fluorochinolonici né ai fenicoli. Se si considera che si tratta di isolati da forme respiratorie, il dato sembrerebbe dimostrare una prevalenza di popolazioni di microrganismi sensibili. Mannheimia haemolytica and Pasteurella haemolytica in cattle and sheep For M. haemolytica in cattle, the only resistances registered were to ampicillin (11.1%), streptomycin (25%) and nalidixic acid (22.2%). No isolate was resistant to fluoroquinolones or to phenicols. Considering that the isolates in question come from respiratory forms, this result would seems to indicate a prevalence of susceptible micro-organisms. 33 ITAVARM_2003 Negli ovini, le resistenze in P. haemolytica sensu lato sembrano assimilabili a quelle riscontrate nei bovini, con due isolati (9.5%) resistenti all’acido nalidixico, uno all’ampicillina ed uno al trimethoprim/sulfa (4.5%) e nessuna resistenza ai fluorochinolonici né ai fenicoli. E’ da notare che la pressione selettiva degli antibiotici nell’allevamento ovino è generalmente inferiore a quella dell’allevamento bovino, perchè il tipo di allevamento è di carattere prevalentemente estensivo e non sono entrate in uso molte delle nuove molecole già utilizzate per i bovini. La resistenza all’ampicillina ed ai suoi consimili è determinata dal gene ROB1 presente su un plasmide, descritto per la prima volta in un isolato umano di Haemophilus influenzae responsabile di un caso di meningite in U.S.A.. L’origine di tale gene sembra risalire a specie batteriche Gram positive, trasferitosi successivamente a Pasteurellaceae (P. multocida, M. haemolytica) ed Actinobacillus pleuroneumoniae. Tale esempio conferma l’importanza di monitorare l’emergenza e la diffusione delle resistenze nei patogeni animali, che sono i fondamentali motivi per cui si usano gli antibitoci nelle produzioni zootecniche. In the case of sheep, resistances in P. haemolytica sensu lato would appear to be comparable to those observed in cattle, with two isolates (9.5%) resistant to nalidixic acid, one to ampicillin and one to trimethoprim/sulfa (4.5%) and none resistant to fluoroquinolones or to phenicols. It should be noted that the selective pressure of antiobiotics in sheep is generally lower than in cattle, given that the raising techniques are primarily extensive and so a large number of the antimicrobial drugs already utilised for cattle have not yet been employed. The resistance to ampicillin and similar molecules is caused by the ROB1 gene found on a plasmid and described for the first time in a human isolate of Haemophilus influenzae responsible for a case of meningitis in the U.S.A.. The origin of the gene would appear to be traceable to Gram-positive bacterial species, with a subsequent transfer to Pasteurellaceae (P. multocida, M. haemolytica) and Actinobacillus pleuroneumoniae. This example confirms the importance of monitoring the emergence and diffusion of resistances in animal, which are the fundamental reason for the use of antibiotics in livestock production. Staphylococcus aureus e Staphylococci coagulasi positivi Microrganismi di forma coccoide, Gram positivi, responsabili di varie forma morbose negli animali zootecnici, negli animali da compagnia e nell’Uomo. Nell’allevamento bovino (ma anche in quello ovino e caprino) sono causa di mastiti, forme morbose economicamente rilevanti nel contesto zootecnico. Sono forme difficilmente trattabili, spesso cronicizzanti e subcliniche, che richiedono accurati interventi di tipo preventivo per limitarne la diffusione in allevamento. Anche nelle forme subcliniche, sono una delle principali cause infettive responsabili dell’aumento delle cellule somatiche del latte. In medicina umana, alcuni cloni a circolazione nosocomiale, presentano ridotta sensibilità o resistenze ad alcune classi di farmaci di elezione. S. aureus meticillino-resistenti (MRSA) sono spesso causa di infezioni ospedaliere. La resistenza alle beta lattamasi è in questo caso dovuta alla presenza di una gene cassette denominata Staphylococcal cassette chromosome mec (SCCmec), un elemento genetico mobile che contiene il mec gene complex, codificante per la resistenza alla meticillina. In tali casi, la terapia con vancomicina o teicoplanina (glicopeptidi) è l’unica terapia efficace. Recentemente, oltre ai ceppi MRSA sono emersi anche ceppi con ridotta sensibilità o resistenti ai glicopeptidi (Glycopeptide Intermediate Staphylococcus aureus, GISA; Glycopeptide Resistant Staphylococcus aureus, GRSA), che creano notevoli difficoltà terapeutiche con elevato rischio di decorso infausto per il paziente colpito. Staphylococcus aureus and coagulase-positive Staphylococci Micro-organisms with a coccoid form, gram-positive, responsible for various forms of illness in livestock, pets and humans. Among bovine livestock (as well as sheep and goats) they cause mastitis, one of the most economically significant infectious illnesses in dairy cattle. They are forms that prove difficult to treat, often becoming chronic or sub-clinic and requiring accurate preventive action to limit their spread to the other animals. Even in the sub-clinic forms, they are one of the main causes responsible for increased of somatic cells counts in milk. In human medicine, a number of clones contracted in hospitals present reduced susceptibility or resistances to certain classes of elective drugs. Of concern are the methicillin-resistant S. aureus (MRSA), a frequent cause of nosocomial infections. In this case the resistance to beta-lactams is due to the presence of a cassette gene named Staphylococcal cassette chromosome mec (SCCmec), a mobile genetic element composed of the mec gene complex, which encodes methicillin resistance. In case of MRSA infections, the only effective therapy is that with vancomycin or teicoplanin (glycopeptides). Recently, in addition to the MRSA strains, other strains with reduced susceptibility or resistant to glycopeptides have emerged (Glycopeptide Intermediate Staphylococcus aureus, GISA; Glycopeptide Resistant Staphylococcus aureus, GRSA), creating significant therapeutic difficulties, with a high risk of severe consequences for the patient. Staphylococci coagulasi positivi da mastite bovina Le frequenze di resistenza relative a Staphylococci coagulasi positivi da mastiti nel bovino sono elevate per penicillina e ampicillina (43% e 44% rispettivamente), e significative risultano quelle per tetraciclina (13%) e streptomicina (8%), molecole di largo utilizzo in Medicina Veterinaria da vari decenni. Non si riscontra altresì resistenza nei confronti dell’oxacillina, analogo della meticillina testata per svelare la presenza di resistenza nei MRSA (Staphylococcus aureus Meticillino-Resistenti). Coagulase-positive Staphylococci from bovine mastitis The resistance frequencies for coagulase-positive Staphylococci from bovine mastitis are high for penicillin and ampicillin (43% and 44% respectively) and significant for tetracycline (13%) and streptomycin (8%), molecules widely used in veterinary medicine in the last decades. No resistance was observed to oxacillin, the drug tested to reveal the presence of resistance in the MRSA (methicillinresistant Staphylococcus aureus). 34 ITAVARM_2003 Staphylococci coagulasi positivi da cani Per il primo anno di attività si dispone di 78 isolati testati nel 2002-2003. Il 27% proviene da isolamenti da organi in seguito a necroscopia, il restante 63% provengono da infezioni, su animali in vita (otiti, congiuntiviti, endometriti etc). Le frequenze di resistenza più elevate si osservano per molecole di largo impiego nella pratica veterinaria dei piccoli animali, quali i beta-lattamici (oltre il 65% di resistenze per ampicillina e per penicillina), le tetracicline (46.7%) e la streptomicina (25.6%). Non sono stati riscontrati isolati resistenti alle cefalosporine di I generazione nè isolati resistenti alla oxacillina. Soltanto 4 su 78 isolati testati (5.1%) mostrano resistenza nei confronti dei fluorochinolonici, molecole impiegate largamente anche nella pratica veterinaria dei piccoli animali. Coagulase-positive Staphylococci from dogs For the first year of activity, 78 isolates tested in 2002-2003 are available. Of these, 27% come from isolations from organs following autopsy, while the remaining 63% come from infections on living animals (otitis, conjunctivitis, endometritis etc). The highest frequencies of resistance are observed for molecules widely used in veterinary practice with small animals, such as the beta-lactams (more than 65% resistance to ampicillin and penicillin), the tetracyclines (46.7%) and the streptomycin (25.6%). No isolates were found resistant to 1st-generation cephalosporin or to oxacillin. Only 4 out of 78 isolates tested (5.1%) show resistance to fluoroquinolones, widely used in the treatment of companion animals. Streptococci Microrganismi di forma coccoide, Gram positivi, catalasi negativi, responsabili di varie forme morbose negli animali e anche nell’uomo. Classicamente, la mastite da Streptococchi nei bovini è solitamente suddivisa in mastite da S. agalactiae (“contagiosa” e trasmissibile da animale malato ad animale sano) e in mastite c. d. “ambientale”, in quanto il contagio è acquisito generalmente dall’ambiente dell’allevamento. Quest’ultima tipologia è causata spesso da S. dysgalactiae subsp. dysgalactiae, S. uberis, ed altri Streptococci come S. acidominimus, S. canis, S. equinus etc. Altre specie come S. suis tipo II e S. dysgalactiae subsp. equisimilis provocano rispettivamente forme encefaliche e forme setticemiche o poliartritiche nei suini. Streptococci Micro-organisms with a coccoid form, gram-positive, catalase-negative, responsible for various forms of illness in animals as well as humans. Mastitis from Streptococci in cattle is traditionally subdivided into mastitis from S. agalactiae (“contagious”, with the possibility of transmission from a sick animal to a healthy one) and so-called “environmental” mastitis, where the contagion generally comes from the farm environment. This last type is often caused by S. dysgalactiae subsp. dysgalactiae, S. uberis, and other streptococci, such as S. acidominimus, S. canis, S. equinus etc.. Other species, including S. suis type II and S. dysgalactiae subsp. equisimilis, cause, respectively, cause forms of encephalitis or forms of septicaemia or polyarthritis in swine. Streptococci beta-emolitici da equini e da cani Gli isolati testati per il cane provengono per il 35% da animali inviati per necroscopia mentre il restante 65% da infezioni in Beta-haemolytic streptococci from horses and from dogs Of the isolates tested for dogs, 35% comes from animals submitted for necropsy, while the remaining 65% were from 35 ITAVARM_2003 animali in vita. Per gli equini il 95% degli isolati provengono da animali in vita, di cui il 29% dall’apparato respiratorio e per il 71% dall’apparato genitale. Le frequenze di resistenze più elevate si osservano nei confronti della streptomicina (oltre il 60% nel cane e 89% nell’equino). Per la tetraciclina si osservano valori intorno al 50% sia per il cane che per l’equino. Non si riscontrano né per il cane né per l’equino isolati resistenti ai beta-lattamici. Gli isolati di S. canis risultano tutti sensibili al cloramfenicolo, mentre gli isolati da equino presentano una sola resistenza (1,8%). Le resistenze ai macrolidi sono state osservate soltanto in S. canis (10%). infections in live animals. In the case of horses, 95% of the isolates come from live animals, with 29% from the respiratory tract and 71% from the genital apparatus. The highest frequencies of resistance observed are those against streptomycin (more than 60% in dogs and 89% in horses). The figures recorded for tetracycline are approximately 50% for both dogs and horses. No isolates resistant to beta-lactams were found for either dogs or horses. All the isolates of S. canis proved to be susceptible to chloramphenicol, while only one resistance was found in the isolates from horses (1.8%). Resistances to macrolides were observed only in S. canis (10%). Streptococci (S. agalactiae, S. dysgalactiae, S. uberis) da mastite bovina Dai dati ottenuti si nota assenza di resistenza nei confronti dei beta-lattamici, che rappresentano i farmaci di elezione per il trattamento di queste forme morbose. Elevata per tutte le specie in esame è la resistenza mostrata nei confronti della streptomicina (oltre l’80% per tutte le specie) e della tetraciclina. Per quanto riguarda l’eritromicina l’insorgenza di ceppi resistenti riguarda soltanto S. uberis (22%) e S. dysgalactiae (13%). Non sono state riscontrate resistenze nei confronti dei fluorochinolonici. Streptococci (S. agalactiae, S. dysgalactiae, S. uberis) from bovine mastitis No resistance to beta-lactams (the elective antimicrobials for the treatment of these forms of illness) has been observed in the isolates tested. All the species examined showed high resistance rates to streptomycin (more than 80%), and, to a lesser extent, to tetracyclines and sulphonamides. Resistance to erithromycin regards only S. uberis (22%), and S. dysgalactiae (13%). No resistances to fluoroquinolones were observed. Brachyspira hyodysenteriae Brachyspira hyodysenteriae (ex Serpulina hyodysenteriae) è una spirocheta associata principalmente alla specie suina, benchè in grado di colonizzare transitoriamente anche altre specie. E’ causa nella specie ospite una forma morbosa intestinale, a carattere dissenterico. Ha morfologia spiralata (8-10 µm lunghezza X 0,3-0,4 µm diametro) e flagelli caratteristici del Genere. Ruolo importante di serbatoio è rappresentato dai topi, in grado di eliminare il microrganismo per alcuni mesi nell’ambiente. La forma clinica colpisce specialmente i maiali all’ingrasso, ma può provocare danni economici anche nelle classi più giovani (ritardi di crescita) e nelle scrofe. Sono sufficienti poche (poco più di cento) unità formanti colonia per infettare un animale. Brachyspira hyodysenteriae Brachyspira hyodysenteriae (formerly Serpulina hyodysenteriae) is a spirochaeta associated primarily with the swine species, though it is capable of temporarily colonising other species as well. It causes a dysenteric type intestinal illness in the host species. Its morphology is spiralled (8-10 µm in length X 0.3-0.4 µm in diameter) and it presents the flagella typical of the genus. Mice play a significant vector role, being able to eliminate the micro-organism in the environment for a number of months. Swine in the fattening stage are especially susceptible to the clinical form, but it can also cause economic damage in the younger classes (delays in growth) and among sows. Only a few colony-forming units (less than a hundred) are needed to infect an animal. 36 ITAVARM_2003 37 ITAVARM_2003 Gli isolati sono solitamente sensibili al dimetridazolo: tuttavia l’impiego di questa molecola è stato bandito nella Comunità Europea. Si ritiene importante monitorare la sensibilità ad alcune classi di antibiotici (macrolidi e licosamidi, specialmente), in seguito all’osservazione della diffusione sempre crescente di isolati resistenti alle classi di farmaci registrati e consentiti per l’uso nella specie suina (specialmente tilosina), che rendono veramente complicato un approccio terapeutico efficace. I dati relativi alla resistenza di Brachyspira spp. provengono da uno studio effettuato dall’IZS di Lombardia ed Emilia Romagna, Sezione di Reggio Emilia, in un’area ad elevata densità di allevamenti suini. I test sono stati eseguiti con la tecnica dell’agar diluizione. I risultati, interpretati secondo lo schema interpretativo riportato da Ronne e Szancer (1990) mostrano una elevata resistenza alla lincomicina, con il 65,2% per gli isolati saggiati nel 2002 e il 78,3% nel 2003, mentre nei confronti della tiamulina e della valnemulina è stato notato un aumento della frequenza di isolati resistenti dal 2002 al 2003, su un totale di 23 isolati saggiati per anno (Tabella 18). The isolates are normally susceptible to dimetridazole, but this molecule has been banned in the European Community. Monitoring of susceptibility to certain classes of antibiotics such macrolides and licosamides is important, because of the growing diffusion of isolates resistant to antimicrobials approved for the swine species (in particular tilosine), making an effective therapeutic approach truly complicated. The data on the resistance of Brachyspira spp. Come from a study carried out by the IZS of the Lombardy and Emilia Romagna regions, Reggio Emilia Department, in an area with an elevated density of swine farms. Based on the interpretative mechanism utilised by Ronne and Szancer (1990), a high resistance to lincomycine was observed in 65.2% for the isolates assayed in 2002 and 78.3% in 2003, while the frequency of isolates resistant to tiamuline and valnemulin increased between 2002 and 2003 (Table 18) TABLE 18 ANTIMICROBIAL RESISTANCE IN BRACHYSPIRA HYODYSENTERIAE ISOLATES (IZS LER, Reggio Emilia, 2002-2003) 2002 Tiamulin Valnemulin Lincomycin 2003 n of isolates % resistance n of isolates % resistance 23 10 23 8.7 0.0 65.2 23 23 23 34.8 34.8 78.3 Antibioticoresistenza in batteri indicatori Antimicrobial resistance in commensal bacteria (indicators) La sorveglianza e l’analisi della resistenza agli antibiotici in batteri commensali o indicatori, isolati dall’intestino di animali regolarmente macellati selezionati in modo casuale, fornisce preziose indicazioni sul pool dei determinanti di resistenza esistenti nei batteri di origine animale, prodotto della pressione selettiva cui le specie batteriche in questione sono state sottoposte, sia per l’uso di antibiotici a scopi terapeutici che per scopi di promozione di crescita (growth enhancement). Per questo scopo, Escherichia coli quale indicatore tra i batteri Gram negativi ed Enterococcus spp. per i Gram positivi sono stati oggetto di indagine in varie specie animali. Oltre alla valutazione della pressione selettiva esercitata con i vari antibiotici, l’analisi di questi batteri consente di comparare i livelli di resistenza tra diverse specie animali e diverse tipologie produttive all’interno delle stesse specie (es. vacche da latte, vitelloni, vitelli a carne bianca). I dati sull’antibioticoresistenza nei batteri indicatori derivano dal monitoraggio svolto nel corso del 2002 e del 2003 Il monitoraggio è stato condotto su bovini, suini, ovini ed avicoli raccogliendo campioni di contenuto intestinale al macello. Ceppi isolati mediante studi ad hoc dal contenuto intestinale di animali prelevati casualmente al macello. In Tabella 19, 20 e 21 sono presentati i risultati del monitoraggio dell’antibioticoresistenza in E. coli ed Enterococcus spp. in diverse specie animali. The surveillance and analysis of resistance to antibiotics in commensal bacteria or indicators isolated from the intestines of randomly selected animals at slaughter provide valuable data on the pool of resistance determinants found in bacteria of animal origin. This phenomenon is the consequence of the selective pressure to which the bacterial species have been subjected as a result of the use of antibiotics both for therapeutic purposes and growth enhancement. In this respect, Escherichia coli, as the indicator for gram-negative bacteria, and Enterococcus spp., for grampositive bacteria, have been studied in various animal species. In addition to an evaluation of the selective pressure exercised by the different antibiotics, the analysis of these bacteria allowed a comparison of levels of resistance between different animal species and different productionlines within the same species (i.e. dairy cattle, beef cattle and veal calves). The data on antibiotic resistance in the indicator bacteria are taken from the monitoring carried out in the years 2002 and 2003. The monitoring was performed on cattle, swine, sheep and poultry by collecting intestinal samples at slaughter. Tables 19, 20, and 21 present the results of the monitoring of antibiotic resistance in E. coli and Enterococcus spp. in different animal species. 38 ITAVARM_2003 TABLE 19 ANTIMICROBIAL RESISTANCE IN INDICATOR ISOLATES OF ESCHERICHIA COLI FROM DIFFERENT ANIMAL SPECIES, Italy, 2002-2003. Antimicrobials Ampicillin Chloramphenicol Streptomycin Sulfonamides Tetracycline Trim/sulfa Nalidixic acid Enrofloxacin Cefazolin Cefotaxime Amoxi/clav ac Kanamycin Gentamicin Amikacin Spectinomycin Colistin Ovine % R n= 346 11.3 4 13.3 15.7 18.8 7.2 4.3 3.5 0.9 0.3 0.6 3 2.1 0 2 2 Escherichia coli indicatori negli animali da reddito In E. coli, la frequenza di resistenza al pannello di antibiotici saggiato varia sia tra i singoli antibiotici saggiati, sia tra le varie specie animali d’origine considerate. In generale, le resistenze nella specie ovina rappresentano un “baseline” rispetto alle altre specie zootecniche. Ciò è dovuto alla tipologia dell’allevamento ovino, di tipo prevalentemente estensivo, che si pratica in Italia. Il pool delle resistenze tende ad aumentare passando all’allevamento bovino fino a quello del suino e del pollo, in cui i sistemi di allevamento sono intensivi e comportano un maggior ricorso ai farmaci antibiotici per fronteggiare le malattie, in situazioni di concentrazioni più elevate di animali allevati per unità di superficie. La resistenza nei confronti di ampicillina, streptomicina, sulfamidici e tetracicline varia da 11% a 19% negli isolati da ovino, 24% a 41% negli isolati da bovino, circa 50% negli isolati da suino e pollo. Alcune resistenze inoltre sembrano associate inoltre ad una particolare specie; ad esempio la resistenza ad acido nalidixico e cefazolina appare legata all’allevamento avicolo (49,6% e 2.0% nel pollo) e quella alla spectinomicina al suino (28,6%). Per quanto riguarda le resistenze ad antibiotici di rilievo per la loro importanza in terapia veterinaria ed in medicina umana quali i fluorochinolonici, la resistenza nei confronti dell’enrofloxacina era oltre il 10% in isolati da bovino e da pollo, inferiore al 5% in isolati da ovino e all’1% negli isolati da suino. Per le cefalosporine di nuova generazione, la resistenza al cefotaxime invece è risultata inferiore al 5% nel pollo e ancora più bassa nelle altre specie. La proporzione degli isolati resistenti alle molecole saggiate varia in alcuni casi anche notevolmente, in rapporto alla specie batterica e alla specie animale oggetto di studio, e riflette i diversi regimi d’uso dei farmaci antimicrobici nelle produzioni zootecniche. Bovine % R n= 660 24.4 16.2 31.7 33.5 40.9 20.8 18.2 10.2 1.5 0.6 4.1 15.3 7.5 0.5 8.8 0.8 Chicken % R n= 258 53.9 18.3 42.8 59.6 73.6 50.4 49.6 11.4 2.3 2.0 1.2 11.2 4.4 0.8 9.8 3.1 Swine % R n= 255 49.4 25.1 54.9 58.8 78.4 47.8 9 0.8 1.6 1.2 7.1 11.1 6.7 0.8 28.6 6.3 Escherichia coli indicators from food animals In E. coli the frequency of resistance to the panel of antibiotics assayed varies among the different antibiotics tested and among the different animal species of origin considered. As a rule, the resistances in sheep provide a “baseline” for the other livestock species. This is due to the primarily extensive approach taken to raising sheep in Italy. The pool of resistances tends to rise when bovine livestock are considered, followed by swine and chicken, subject to intensive raising systems that entail a greater use of antibiotic drugs to treat bacterial diseases, in situations characterised by higher concentrations of animals per unit of surface area. Resistance to ampicillin, streptomycin, sulphonamides and tetracycline varies from 11% to 19% in the isolates from sheep, from 24% to 41% in the isolates from cattle and is approximately 50% in the isolates from swine and chicken. Regarding the resistances related most closely to a single animal species, resistance to nalidixic acid and cefotaxime appears to be associated with poultry (49.6% and 2.0% in chickens) and resistance to spectinomycin with swine (28.6%). As for resistances to antibiotics that play important roles in veterinary and human medicine, such as fluoroquinolones, resistance to enrofloxacin was greater than 10% in isolates from cattle and chickens, less than 5% in isolates from sheep and 1% in isolates from swine. In the case of the new generation cephalosporins, resistance to cefotaxime was less than 5% in chickens, and even lower in other species. The proportion of the isolates resistant to the various antimicrobial agents varies considerably, depending on the bacterial species and animal species, in addition to reflecting the different methods under which antimicrobial drugs are used in livestock production. 39 ITAVARM_2003 Enterococcus spp. negli animali da reddito Rispetto alle specie batteriche considerate, in Enterococcus faecium (Tabella 21) le resistenze più rilevanti sono nei confronti di penicillina, tetracicline, eritromicina e rifampicina (da 20% a 85,2%). mentre nei confronti di ampicillina e di streptomicina le resistenze sono inferiori (da 0% a 27,5%), e quasi assenti verso gentamicina (da 0% a 7,5%). In Enterococcus faecalis (tabella 22) le principali resistenze sono nei confronti di tetracicline, rifampicina, eritromicina e penicillina. In questa specie si nota una resistenza verso gli aminoglicosidi leggermente superiore rispetto E. faecium, mentre nei confronti di ampicillina la resistenza è quasi nulla. Rispetto alle specie animali d’origine e alla tipologia di produzione, si nota che le resistenze più elevate sono negli isolati da pollo, suino e vitello, mentre sono inferiori le resistenze negli isolati da bovina da latte. Nei vitelloni, si notano aspetti diversi negli isolati di E. faecium e di E. faecalis, che potrebbero però essere conseguenza della scarsa numerosità del campione. Riguardo la resistenza ai glicopeptidi, si notano resistenze a vancomicina e a teicoplanina in isolati di E. faecium da pollo, Enterococcus spp. from food animals With regard to the bacterial species, in Enterococcus faecium (Table 20) the most significant resistances were to penicillin, tetracycline, erythromycin and rifampicin (from 20% to 85.2%), while resistances to ampicillin and streptomycin were lower (from 0% to 27.5%) and almost absent in the case of gentamicin (from 0% to 7.5%). In Enterococcus faecalis (Table 21), the main resistances are against tetracycline, rifampicin, eritromycin and penicillin. This species shows a resistance to aminosides that is slightly higher than in E. faecium, while there is almost no resistance to ampicillin. In terms of animal species of origin and production, the highest resistances are found in the isolates from chickens, swine and calves, while resistances are lower in dairy cattle. As for beef cattle, different elements are noted in the isolates of E. faecium and E. faecalis, though these could be due to the small number of isolates tested. As glycopeptides are concerned, resistances to vancomicyn and teicoplanin were noted in isolates of E. fae- TABLE 20 ANTIMICROBIAL RESISTANCE IN INDICATOR ISOLATES OF ENTEROCOCCUS FAECIUM FROM ANIMALS BY SPECIES AND PRODUCTION Antimicrobials Penicillin Ampicillin Streptomycin Gentamicin Cloramphencol Ciprofloxacin Erythromycin Rifampicin Tetracycline Vancomycin Teicoplanin Chicken %R n=54 70.4 16.7 20.4 0.0 3.7 25.9 74.1 27.8 85.2 9.3 7.5 Swine %R n=80 65.0 27.5 23.8 7.5 3.8 17.5 60.0 63.8 55.0 10.0 10.0 Dairy %R n=36 44.4 5.6 14.3 0.0 8.3 6.1 22.2 57.1 16.7 2.8 0.0 Veal %R n=91 33.0 13.2 23.6 1.2 8.8 28.1 59.3 50.6 54.9 6.6 3.4 Beef %R n=40 25.0 2.5 0.0 0.0 2.5 2.5 20.0 65.0 17.5 0.0 0.0 TABLE 21 ANTIMICROBIAL RESISTANCE IN INDICATOR ISOLATES OF ENTEROCOCCUS FAECALIS FROM ANIMALS BY SPECIES AND PRODUCTION Antimicrobials Penicillin Ampicillin Streptomycin Gentamicin Cloramphencol Ciprofloxacin Erythromycin Rifampicin Tetracycline Vancomycin Teicoplanin 40 Chicken %R n=13 0.0 0.0 7.7 0.0 15.4 7.7 61.5 53.8 92.3 23.1 7.7 Swine %R n=11 36.4 0.0 45.5 9.1 27.3 0.0 63.6 90.9 72.7 0.0 0.0 Dairy %R n=6 50.0 0.0 0.0 0.0 33.3 0.0 50.0 66.7 33.3 16.7 0.0 Veal %R n=17 47.1 5.9 29.4 5.9 58.8 29.4 76.5 52.9 82.4 0.0 0.0 Beef %R n=5 100.0 0.0 40.0 80.0 40.0 0.0 60.0 40.0 80.0 0.0 0.0 ITAVARM_2003 suino e da vitello (da 3,4% a 10%), mentre nei bovini da latte e nei vitelloni questa resistenza è quasi assente. La contemporanea resistenza ad entrambi i glicopeptidi è indicativa della presenza del gene vanA. Questo gene è spesso associato a transposoni che ne facilitano la diffusione orizzontale nella popolazione batterica. E. faecalis presenta resistenza a vancomicina in polli e bovini da latte (16,7% e 23,1%. rispettivamente). ma la ridotta % di resistenza a teicoplanina di questa specie (7,7% solo in isolati da polli), potrebbe essere indicativa della diffusione del gene di resistenza vanB. Tale gene è raramente segnalato negli isolati da animali e per tale ragione sarà necessario approfondire gli aspetti legati ai risultati ottenuti su base fenotipica. cium from chickens, swine and calves (from 3.4% to 10%), while this resistance was practically absent in dairy and beef cattle. Simultaneous resistance to both the glycopeptides points to the presence of the vanA gene. This gene is often associated with transposons, which facilitate horizontal diffusion in the bacterial population. E. faecalis presents resistance to vancomycin in chickens and dairy cattle (16.7% and 23.1% respectively), but the low percentage of resistance to teicoplanin (7.7%) in isolates from chicken could be an indication of diffusion of the vanB resistance gene. This gene has been rarely found in isolates from animals and further investigations are necessary to confirm the phenotypic results obtained. 41 ITAVARM_2003 42 ITAVARM_2003 Note sui test di sensibilità agli antibiotici Notes on antimicrobial susceptibility testing I test di sensibilità agli antibiotici sono stati eseguiti secondo le specifiche previste dal National Committee for Clinical Laboratory Standards (1, 2). I risultati sono stati riportati come percentuali di resistenza. La maggior parte delle specie batteriche inluse in questo report sono state testate secondo la metodica dell’agar diffisione. I dati quantitativi sono stati categorizzati in Sensibile, Intermedio e Resistente seguendo i suddetti Standard NCCLS. Per la colistina sono stati utilizzati i breakpoints di 8 mm per la resistenza e 11 mm per la sensibilità. Per gli E. coli EHEC ed EPEC la sensibilità è stata saggiata anche quantitatitivamente secondo broth microdilution method. Piastre microtitre sono state utilizzate con ranges di diluizioni disidratate di un panel di molecole antimicrobiche (Trek Diagnostic System. UK). La concentrazione minima inibente (minimum inhibitory concentration, MIC) è stata definita come la più bassa concentrazione senza crescita visibile. Gli isolati con MIC più elevate della MIC-breakpoint sono stati considerati resistenti. I breakpoint MIC utilizzati sono quelli previsti dagli standard NCCLS (1,2). Susceptibility testing was performed following the National Committee for Clinical Laboratory Standards (1, 2). Results were reported as percentage of resistance. Most of the bacterial species included in this Report, were tested by agar diffusion method, and the zone diameters were categorized and interpreted following the NCCLS standards (1, 2). For colistin, breakpoint diameters of 8 mm for resistance and 11 mm for sensitivity were used. For E.coli EHEC and EPEC, susceptibility was tested quantitatively using the broth microdilution method. Microtitre trays were used with dehydrated dilution ranges of a panel of antimicrobial drugs (Trek Diagnostic System, UK). The minimum inhibitory concentration (MIC) was defined as the lowest concentration without visible growth. Isolates with MIC’s higher than the MIC-breakpoints were considered resistant. The MIC breakpoints used for the categorization of results are those reported in the NCCLS standards (1,2). Bibliografia References 1. National Committee for Clinical Laboratory Standards. 2002. Performance standards for antimicrobial disk and dilution susceptibility tests for bacteria isolated from animals; approved standard - Second edition. M31A2. National Committee for Clinical Laboratory Standard. Wayne. Pa.. U.S.A. 2. National Committee for Clinical Laboratory Standards. 2003. Performance standards for antimicrobial disk susceptibility test; approved standards-8th Edition. M2-A8/M7-A6 and supplemental tables M100-S14. National Committee for Clinical Laboratory Standard. Wayne. Pa., U.S.A. 1. National Committee for Clinical Laboratory Standards. 2002. Performance standards for antimicrobial disk and dilution susceptibility tests for bacteria isolated from animals; approved standard – Second edition. M31A2. National Committee for Clinical Laboratory Standard, Wayne, Pa., U.S.A. 2. National Committee for Clinical Laboratory Standards. 2003. Performance standards for antimicrobial disk susceptibility test; approved standards-8th Edition. M2-A8/M7-A6 and supplemental tables M100-S14. National Committee for Clinical Laboratory Standard, Wayne, Pa., U.S.A. 43 ITAVARM_2003 44