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LA REGINA-­MADRE DUSIGU E LA REGINA TABUR-­DAMU
Suocera e nuora alla corte di Ebla (Siria, XXIV secolo a.C.)
MARIA GIOVANNA BIGA, Sapienza Università di Roma
I. Introduzione I.1. Gli archivi di Ebla Gli archivi di tavolette in scrittura cuneiforme, ritrovati nell’antica città siriana di Ebla dalla missione archeologica italiana in Siria di Roma La Sa-­
pienza soprattutto negli anni 1974-­1976, insieme ai dati archeologici da Ebla e da altri siti siriani, hanno permesso di iniziare a scrivere la storia politica, sociale, economica, religiosa della Siria e dell’alta Mesopotamia del III mil-­
lennio a.C., totalmente sconosciuta prima.
Le tavolette provengono tutte dal Palazzo G1 della città del XXIV sec. a.C. e sono per lo più testi amministrativi sui quali si registravano le uscite di beni (tessuti e metalli principalmente) dai magazzini del palazzo. Vi sono anche però testi lessicali sumerici e bilingui (i più antichi vocabolari), alcune lettere di sovrani stranieri e di funzionari al re, il più antico trattato politico-­
commerciale ecc.
La lingua dei testi è una nuova lingua semitica, chiamata eblaita dal nome della città e per ora documentata solo dagli archivi di Ebla, ma probabilmente diffusa in tutta la Siria di nord-­ovest;; è la più antica lingua semitica finora attestata. Si deve a Giovanni Pettinato, il primo epigrafista della missione, la comprensione della nuova lingua e la definizione del sillabario usato dagli scribi eblaiti per scriverla. Parecchi termini dei testi restano ancora da inter-­
pretare, dal momento che la lingua sumerica, utilizzata ampiamente, presenta nuovi termini non noti da altri testi sumerici e la nuova lingua eblaita, pur con molte radici simili alle altre lingue semitiche, presenta molti termini nuovi da comprendere.
Dopo più di quarant’anni di studi si può affermare che gli archivi coprono un periodo di circa 50 anni di storia della città e del regno. Si conoscono i nomi di 26 re di Ebla che fanno quindi risalire la storia del regno agli inizi del III millennio a.C. Una ricostruzione più dettagliata della storia di Ebla, e 1
Quello che viene comunemente chiamato Palazzo G è un complesso di edifici palatini che doveva avere un’estensione notevolissima (20.000 mq, o più) della quale sono stati portati alla luce circa 4700 mq. Aveva un secondo piano e comprendeva gli appartamenti regali, oltre alle parti di rappresentanza e i magazzini;; cfr. P. Matthiae, Ebla. La città del trono (Torino: Einaudi, 2010), pp. 64-­93.
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Biga -­ La regina-­madre Dusigu e la regina Tabur-­damu 199
degli altri regni siriani in contatto con Ebla, si può avere solo per gli ultimi tre re della dinastia: Igrish-­Halab, Irkab-­damu e Ishar-­damu.
I visir (che si occupavano dell’amministrazione dello stato e guidavano anche sovente l’esercito) documentati sono Tir e Darmia con il re Igrish-­
Halab e una parte del regno di Irkab-­damu, poi Arrugum con la seconda parte del regno di Irkab-­damu per 5-­6 anni e infine Ibrium e suo figlio Ibbi-­zikir, che coprono il regno dell’ultimo re Ishar-­damu per circa 35-­36 anni (Ibrium fu visir per 18 anni e Ibbi-­zikir lo fu per 16). Poi gli archivi finiscono, il pa-­
lazzo e la città furono bruciati, le scansie sulle quali poggiavano le tavolette bruciarono, le tavolette caddero e si ruppero, però con l’incendio si cossero e si consolidarono. È difficile stabilire esattamente quando cadde la città in mano ai nemici, dato che si può ipotizzare che gli scribi abbiano smesso di archiviare testi anche parecchio tempo prima della distruzione del palazzo e della città tutta. Ancora non c’è accordo tra gli studiosi su chi sia stato re-­
sponsabile della distruzione di Ebla protosiriana che è avvenuta, utilizzando la cronologia media, attorno al 2300 a.C. circa.2
Essendo gli archivi quelli di una corte del III millennio essi ci informano della vita alla corte di Ebla e anche in tutte quelle corti siriane e mesopotami-­
che in contatto politico, diplomatico, commerciale con Ebla. A differenza di archivi contemporanei della Mesopotamia, che ci informano solo sulla vita interna della città, quelli di Ebla consentono, pur nei limiti imposti da laconi-­
ci documenti amministrativi, di scrivere la storia della Siria del III millennio a.C. Le persone che compaiono nei testi menzionate con il nome proprio sono personaggi di qualche importanza a corte e quindi conosciamo meglio la vita della corte di quella della popolazione eblaita del tempo.
I.2. Le donne della corte di Ebla
Si deve a Giovanni Pettinato la rapida comprensione, trascrizione e tradu-­
zione anche dei termini riguardanti le donne.
In primo luogo Pettinato comprese che il re era denominato nei testi “en” con un logogramma sumerico (letto probabilmente in semitico), mentre per indicare la regina gli scribi avevano usato il termine semitico ma-­lik-­tum dalla radice *mlk “comandare”.3
2
Cfr. M. Lebeau, “Dating the Destructions of Ebla, Mari and Nagar from Radiocarbon with References to Egypt, Combined with Stratigraphy and Historical Data”, in H. Baker et al. Stories of Long ago. Festschrift for Michael D. Roaf, AOAT 397 (Münster: Ugarit Verlag, 2012), pp. 301-­321;; W. Sallaberger -­ I. Schrakamp, “Philological Data for a Historical Chronology of Mesopotamia in the 3rd Millennium”, in W. Sallaberger -­ I. Schrakamp (eds.), History and Philology. ARCANE III (Turnout: Brepols, 2015), pp. 3-­136.
3
La scoperta che i tre segni in una casella, che in un primo momento erano letti MA.UR.
TUM, erano in primo luogo da leggersi nell’ordine di scrittura e che il segno UR poteva avere una lettura “lik” nel sillabario eblaita, quindi che il termine poteva essere ma-­lik-­tum e indicare la regina, avvenne per gradi e fu fondamentale per comprendere la struttura della famiglia reale eblaita. Ora è facile parlare delle regine di Ebla e delle donne della famiglia reale, ma si deve 200 7KHPH6HFWLRQ6H]LRQHPRQRJUD¿FD
Pettinato comprese anche che “dam” indicava la donna, sia quelle della famiglia reale e della corte, menzionate con il nome proprio, sia molte ano-­
nime lavoratrici della corte.4 Le donne della corte eblaita (dam) sono menzionate con il loro nome proprio per lo più in liste di donne che ricevono tessuti pregiati in occasioni varie di eventi a corte oppure lana per vari scopi, ma soprattutto per tessere esse stesse i loro tessuti e per la famiglia. Alla fine sono definite “dam en” “donne del re” e tra esse c’è la regina, le mogli secondarie e concubine, le sorelle e le zie del re;; seguono sovente nelle liste le figlie piccole e grandi del re e le nutrici. Le donne della famiglia reale non allattano i loro figli ma hanno a disposizione le nutrici che poi continuano a vivere a corte.5 Esse han-­
no comunque un posto importante a corte, anche se restano delle dipendenti del palazzo, come del resto le nutrici del mondo greco. La nutrice Zamena dei figli del re di Urkesh è raffigurata su un sigillo con il reale bambino sulle ginocchia ed è una donna importante dal momento che ha un sigillo con il quale sigillare beni vari.6 Si è presto compreso che le liste erano ordinate in ordine gerarchico e si sono potute quindi conoscere le donne più importanti della corte.
Emersero a poco a poco tante figure di donne, ma tutte donne della fa-­
miglia reale eblaita o della corte, perché solo queste sono menzionate con il nome proprio. Si conoscono molte lavoratrici, che lavorano nel palazzo e nei magazzini, addette alla macinatura dei cereali, alla cottura dei pani, alle verdure, cuoche, tessitrici, addette alla tintura dei tessuti ecc., ma sono per lo più anonime e di esse ci è dato conoscere poco.
I.3. L’importanza delle donne della corte eblaita per la ricostruzione della cronologia relativa dei testi di Ebla
Le donne della faniglia reale, menzionate con il nome proprio, sono state fondamentali per la ricostruzione della cronologia relativa dei testi di Ebla e quindi poi per iniziare a scrivere la storia del regno;; hanno consentito con la loro presenza di ordinare molti testi in sequenza cronologica. Dopo la prima lista di cinque re di Ebla proposta da Pettinato,7 lo studio della famiglia reale all’intuizione di Pettinato la comprensione che si trattava di una lingua semitica e che i testi erano scritti in un misto di logogrammi sumerici e di scritture sillabiche. 4
G. Pettinato, Materiali Epigrafici di Ebla II (Napoli: Istituto Universitario Orientale di Napoli, 1980), s.v. “dam” e “maliktum”.
5
M.G. Biga, “Wet-­nurses at Ebla: a Prosopographic Study”, Vicino Oriente 12 (2000), pp. 59-­88;; Ead., “Enfants et nourrices à Ebla”, in H. Levy (ed.),“Enfance et education dans le Proche-­Orient ancien”, Ktema 22 (1997), pp. 35-­44.
6
G. Buccellati-­M. Kelly Buccellati, “The Courties of the Queen of Urkesh;; Glyptic Evi-­
dence from the Western Wing of the Royal Storehouse AK”, Subartu 4/2 (1998), pp. 195-­216.
7
Pettinato propose che fossero stati re Igrish-­halab, Irkab-­damu (gli unici due re di Ebla menzionati con il titolo di “en” “re” nei testi), seguiti da Arrugum, Ibrium, Ibbi-­zikir. Data la rapidità dello studio dei testi e della ricostruzione di moltissimi aspetti della civiltà eblaita in Biga -­ La regina-­madre Dusigu e la regina Tabur-­damu 201
eblaita e dei figli del re, delle figlie del re, delle donne del re, confrontate con quelle dei primi ministri, ha permesso a Francesco Pomponio di capire che i due personaggi più menzionati nei testi non erano stati re ma erano stati visir, a capo dell’amministrazione.8 Per primo Pomponio osserva e dimostra che i nomi di figli, figlie, donne del re e di Ibrium e di Ibbi-­zikir (figlio di Ibrium e suo successore alla carica di visir) sono diversi. Si conoscono alcuni nomi delle donne del re Igrish-­Halab che vivevano alla sua corte, ma è difficile identificare il nome della sua regina. La dama Keshdut può essere stata la regina o forse la regina del successore Irkab-­
damu;;9 certo è che l’ultimo re chiamerà sua figlia, figlia sua e della regina, proprio con il nome di Keshdut e la manderà sposa al re (o al figlio del re) del più importante regno centro mesopotamico, quello di Kish.10
Gli studi di prosopografia, sui membri della famiglia reale e su quelle di Ibrium e Ibbi-­zikir, sono stati fondamentali per individuare il nome dell’ul-­
timo re di Ebla Ishar-­damu, figlio del re precedente Irkab-­damu, ma non il primogenito.11 Gli studi sulle donne della corte sono stati fondamentali per la ricostru-­
zione della cronologia relativa degli archivi e più importanti degli studi sugli uomini della famiglia reale. Infatti gli scribi hanno seguito le principesse della corte eblaita (chiamate “figlie del re piccole e grandi”) quando erano bimbe alla corte e vengono annotati i tessuti a loro destinati in occasione di eventi importanti della vita della corte, poi registrano quando vanno spose, o a funzionari della corte oppure più spesso a re stranieri. Una volta sposate all’estero, le principesse vengono seguite con attenzione dalla corte e rice-­
vono doni ogni volta che partoriscono un figlio o una figlia, cioè un nipote del re di Ebla;; vengono a volte in visita ad Ebla, con o senza il marito, ma comunque con grande seguito, e ricevono ricchi doni. Alcune restano vedove e la corte invia doni funerari e poi doni di purificazione. Altre principesse vengono inviate come sacerdotesse in templi del regno eblaita e ricevono anch’esse una dote quando diventano “spose del dio” “dam-­dingir”.12
pochissimi anni, cfr. ad es. il libro di G. Pettinato, Ebla: un impero inciso nell’argilla (Milano: Mondadori, 1979) e l’anno successivo Id., Materiali Epigrafici di Ebla (MEE) II (Napoli: Istituto Universitario Orientale di Napoli, 1980), è più che comprensibile che ci siano stati degli errori. Nel caso dei re in effetti i due personaggi più frequentemente menzionati nei testi sono proprio Ibrium e Ibbi-­zikir;; anche i successivi epigrafisti di Ebla, Archi ed io, continuammo a considerare Ibrium e Ibbi-­zikir come re di Ebla. È stato poi F. Pomponio a dimostrare che non lo erano stati.
8
F. Pomponio, “La datazione interna dei testi economico-­amministrativi di Ebla”, in L. Cagni (ed.), Ebla 1975-­1985, Atti del convegno internazionale (Napoli 9-­11 ottobre 1985) (Napoli: Istituto Universitario Orientale di Napoli, 1987), pp. 249-­262.
9
A. Archi, “Les femmes du roi Irkab-­damu”, Amurru I (1996), pp.101-­124.
10
Per un primo studio di prosopografia dei testi dei vari archivi A. Archi-­M.G. Biga-­L. Milano, “Studies in Eblaite Prosopography”, Archivi Reali di Ebla. Studi I (Roma: Università di Roma La Sapienza, 1988), pp. 205-­306.
11
M.G. Biga -­ F. Pomponio, “Ishar-­Damu, roi d’Ebla”, NABU (1987/106), pp. 60-­61.
12
M.G. Biga, “Au-­delà des frontières: guerre et diplomatie à Ebla”, Orientalia 77 (2008), pp. 289-­334. Per un excursus recente sulle donne alla corte di Ebla cfr. Ead., “The Role of 202 7KHPH6HFWLRQ6H]LRQHPRQRJUD¿FD
II. Dusigu, ultima moglie del re Irkab-­damu e poi regina-­madre
In seguito ad un primo abbozzo di cronologia relativa dei testi di Ebla proposto da Biga-­Pomponio,13 si è constatato che per un periodo di tempo di alcuni anni il penultimo re di Ebla, Irkab-­damu, non aveva una regina (ma-­
liktum). Nel più antico dei testi del rituale della regalità eblaita pubblicato sia da G. Pettinato14 sia da P. Fronzaroli15 e celebrato ai tempi del penultimo re di Ebla, egli risulta avere una regina (menzionata purtroppo solo con il titolo). La constatazione poi che, nelle liste del periodo successivo, al primo posto vi era una donna di nome Dusigu,16 ci ha fatto presupporre che questa donna, alla morte della regina, avesse raggiunto il primo posto alla corte. La presenza di Dusigu è costante ed essa è attiva in molti eventi. La sua impor-­
tanza a corte inizia con l’arrivo al potere, a fianco del visir Arrugum, di un personaggio dal nome Ibrium che sarà poi il successore di Arrugum alla ca-­
rica di visir/primo ministro. Dopo alcuni anni e alla morte del re Irkab-­damu, Dusigu cessa di essere menzionata con il suo nome proprio ma viene sempre definita “grande madre del re” (ama-­gal en), “regina-­madre”. Abbiamo quin-­
di proposto che Dusigu, pur non essendo mai stata ufficialmente una regina, pur essendo l’ultima, in ordine di tempo, delle donne del re, sia riuscita a mettere sul trono suo figlio, Ishar-­damu, probabilmente l’ultimo dei figli del re. Si conoscono infatti molti nomi di principi figli di Irkab-­damu. Ma Dusigu è riuscita nel compito che molte donne degli harem orientali e anche in quello dell’impero ottomano a Istanbul, desideravano di più, cioè a imporre il proprio figlio come re (a discapito del primogenito, figlio della regina e prima moglie).
Da quel momento la regina-­madre è attivissima in tutti gli affari politici e amministrativi della corte, ha suoi carri con equidi riccamente equipaggiati, viene menzionata sovente prima del re suo figlio. Quando la ricostruzione della cronologia relativa è diventata più precisa17, si è compreso che il re Women in Work and Society in the Ebla Kingdom (Syria, 24th century BC”, in C. Michel -­ B. Lion (eds.), The Role of Women in Work and Society in the Ancient Near East (Boston/Berlin: De Gruyter, 2016), pp. 71-­89. Si rimanda alla bibliografia di questo articolo per la bibliografia completa degli studi sulle donne a Ebla.
13
M.G. Biga -­ F. Pomponio, “Elements for a Chronological Division of the Administrative Documentation of Ebla”, Journal of Cuneiform Studies 42/2 (1990), pp. 179-­201;; Id., “Critères de rédaction comptable et chronologie relative des textes d’Ebla”, Mari. Annales de Recherches Interdisciplinaires 7 (1993), pp. 107-­128.
14
G. Pettinato, Il rituale per la successione al trono ad Ebla (Roma: Università degli Studi La Sapienza, 1992). 15
P. Fronzaroli, Testi rituali della regalità, ARET XI (Roma Università degli Studi La Sapienza, 1993).
16
Per la figura di Dusigu cfr. già M.G. Biga, “Femmes de la Famille Royale d’Ebla”, in J.-­M. Durand (ed.), La Femme dans le Proche-­Orient Antique (Paris: Editions Recherche sur les Civilisations, 1987), pp. 41-­47.
17
A. Archi, “Chronologie relative des archives d’Ébla”, in J.-­M. Durand (ed.), Mari, Ebla et les Hourrites, Amurru 1 (1996), pp. 11-­28;; M.G. Biga, “Prosopographie et datation relative des textes d’Ebla”, in Durand (ed.), Mari, Ebla et les Hourrites, pp. 29-­72;; A. Archi-­M.G. Biga, Biga -­ La regina-­madre Dusigu e la regina Tabur-­damu 203
Irkab-­damu è morto nello stesso anno del suo primo ministro Arrugum e che Ishar-­damu, già individuato da Biga-­Pomponio come ultimo re di Ebla, era ancora un bambino quando diventò re. E per questo Ibrium, il primo mini-­
stro, e la regina-­madre divennero le due persone più potenti a corte. Nella storia si hanno tanti casi di re saliti al trono fanciulli e di regine-­madri che sono state per anni reggenti al posto dei figli. Il caso più noto è senz’altro quello del Re Sole Luigi XIV, salito al trono all’età di cinque anni;; regnaro-­
no di fatto al suo posto la madre Anna d’Austria, vedova di Luigi XIII, e il cardinale Mazzarino, il primo ministro, amante della regina-­madre. Nel caso del primo ministro eblaita Ibrium, egli era invece probabilmente della stessa famiglia della regina-­madre;; quando Dusigu iniziò la sua ascesa alla corte tra le donne del re, parallelamente Ibrium arrivava ai ranghi più alti dell’ammi-­
nistrazione dello stato. Ma gli esempi di regine-­madri reggenti al posto dei figli ancora piccoli sono tantissimi. Ad es. anche Isabella D’Este Gonzaga, alla morte del marito Francesco, fu reggente per due anni circa, poi, quando diventò re suo figlio Federico II, restò per 20 anni molto potente a corte a Mantova, pur con qual-­
che problema a volte con il figlio.
Per tutti i 18 anni di attività del visir Ibrium, Dusigu, che poi diventa presto regina-­madre, è la donna più attiva a corte. Ha un suo palazzo;; nei testi si menziona infatti un palazzo (é) di Dusigu che era sicuramente tra le fab-­
briche palatine sull’acropoli, facenti parte del Palazzo G. Ha al suo servizio un gran numero di dipendenti, tra cui decine di fanciulle che preparano i suoi unguenti per l’igiene personale e la cura della persona. Ha avuto la nutrice Gisadu che le ha allattato il figlio, futuro re. Anche se i testi sono laconici documenti amministrativi che registrano uscite dai magazzini del Palazzo per varie occasioni, leggendo tutti insieme e in ordine cronologico i testi di questo periodo si ha la nettissima percezione dell’importanza ed invadenza della regina-­madre, sempre menzionata, sempre presente agli avvenimenti perché riceve per prima preziosi tessuti per le varie occasioni, ed è sempre attiva. Va anche in pellegrinaggio fuori Ebla a tre santuari della dea Ishkhara, la dea più venerata in Siria nel III millennio e anche dalle donne della fami-­
glia reale eblaita.18
“A Victory over Mari and the Fall of Ebla”, Journal of Cuneiform Studies 44 (2003), pp. 24-­27. Per le tappe della ricostruzione della cronologia dei testi di Ebla, durata più di 20 anni, e sempre soggetta a miglioramenti cfr. M.G. Biga, “The Reconstruction of a Relative Chronology for the Ebla Texts”, Orientalia 72 (2003), pp. 345-­367.
18
Per i pellegrinaggi della regina-­madre e poi della regina cfr. M.G. Biga, “Pellegrinaggi a santuari del regno di Ebla (Siria, XXIV sec. a.C.)”, in Atti del convegno L’archeologia del sacro e l’archeologia del culto. Sabratha, Ebla, Ardea, Lanuvio, Roma, Accademia dei Lincei 8-­11 ottobre 2013, in stampa.
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III. La fanciulla Tabur-­damu alla corte di Ebla
Ad un certo punto, circa una decina di anni dopo, compare, nelle liste di donne della corte, al secondo posto dopo la regina-­madre, una fanciulla di nome Tabur-­damu. I dati prosopografici permettono di sapere che essa è una cugina del re, figlia di Irib-­damu, fratello del re Irkab-­damu. Appena entrata a corte, assume subito un ruolo importante e si capisce presto il perché: è la fanciulla prescelta per essere la sposa del re, che nel frattempo ha raggiunto l’età giusta per sposarsi. Nell’anno 14 da quando è visir Ibrium, essa infatti si sposa con il re Ishar-­damu e il matrimonio è ricordato in un testo annuale di metalli (TM.75.G.1730) nel quale sono registrate le uscite di metalli preziosi per le donne della corte in occasione del matrimonio del re con Tabur-­damu, che diventa regina. Un testo di uscite mensili di tessuti (TM.75.G.2417) da me identificato come testo contemporaneo a quello di metalli che menziona il matrimonio del re con la regina,19 menziona, in un passo, un evento veri-­
ficatosi a corte che, a mio parere, ci fa capire parecchie situazioni. Il testo registra dei tessuti preziosi dati in dono ad una persona di corte che ha portato alla regina-­madre la bella notizia che il presagio è stato favorevole ed ha de-­
cretato che Tabur-­damu può diventare regina di Ebla. La traduzione del testo qui fornita è proprio quella letterale. Possiamo leggere tra le righe il fatto che è stata la regina-­madre a scegliere la cugina Tabur-­damu come moglie per il proprio figlio e poi ha chiesto al presagio conferma che la cosa andasse bene e il presagio ha confermato la volontà della regina-­madre.20 Non è conservato un testo dove si registri la dote data a Tabur-­damu e questo è strano dal momento che si conoscono le ricche doti date alle princi-­
pesse di corte in occasione dei loro matrimoni.21 IV. Suocera e nuora alla corte di Ebla
E così Tabur-­damu diventa la nuora di una onnipotente suocera. È sempre menzionata al secondo posto dopo la regina-­madre, anche se è la regina.22
19
M.G. Biga, “Osservazioni sui criteri di redazione dei testi di Ebla: TM.75.G. 1730 e i testi del rituale per il re e la regina”, Vicino Oriente 8/2 (1992), pp. 3-­11;; Ead., “ Omens and Divination at Ebla”, NABU 1999/109, pp. 103-­104;; M.G. Biga -­ A.M.G. Capomacchia, “I testi di Ebla di ARET XI: una rilettura alla luce dei testi paralleli”, Révue d’Assyriologie 106 (2012), pp. 19-­32.
20
Altrimenti perché portare il risultato della richiesta oracolare proprio alla regina-­madre e non al re? È possibile ipotizzare che in effetti il presagio sia stato richiesto proprio dalla regina-­madre. Speriamo che Ishar-­damu sia stato d’accordo! In ogni caso tutti i matrimoni nella famiglia reale di Ebla sembrano essere stati combinati e del resto questa prassi è continuata a lungo, fino quasi ai nostri giorni, nelle corti europee.
21
Per alcuni esempi di dote per fanciulle della corte cfr. A. Archi, “Jewels for the Ladies of Ebla”, Zeitschrift für Assyriologie 92 (2002), pp.161-­199. 22
Probabilmente la percezione dell’invadenza della suocera è una percezione femminile attuale e forse la regina Tabur-­damu era stata educata a considerare perfettamente normale che la regina-­madre avesse un ruolo prevalente!
Biga -­ La regina-­madre Dusigu e la regina Tabur-­damu 205
Nello stesso anno la coppia regale celebra il grande rituale di rinnova-­
mento della regalità e di assunzione della regalità come coppia regale e in questo rituale la regina-­madre non è proprio prevista.23 Ma appena ritornano ad Ebla è sempre Dusigu, regina-­madre, ad avere il posto principale a corte. Il re Ishar-­damu va in campagna militare con il visir Ibrium, conquista una città e la occupa;; la notizia della vittoria viene subito portata alla regina-­
madre, che attendeva con ansia notizie del figlio. Ogni lista che elenca tessuti o oggetti preziosi per donne della corte24 in occasione di eventi quali nascite di principi o principesse, visite di sovrani stranieri che vengono a giurare l’alleanza nel tempio del dio KUra, matrimo-­
ni di principesse eblaite con sovrani o figli di sovrani di altri regni, esequie di membri della corte, vede sempre al primo posto la regina-­madre.
Dopo 18 anni di servizio come visir a capo dell’amministrazione dello stato e come comandante in capo dell’esercito eblaita fino a che il giovane re Ishar-­damu non lo affiancherà nella guerra, il visir Ibrium si ammala e muo-­
re. La sua morte è ricordata in parecchi testi e dà il nome ad un anno: “anno in cui Ibrium è morto”. Per i suoi solennissimi funerali e la sua sepoltura riceve sontuosi e preziosi doni funerari registrati in un lungo testo. Un po’ di tempo dopo la sua morte, come di consueto, la famiglia di Ibrium riceve doni in occasione della cerimonia di purificazione che sempre si faceva dopo che una famiglia era stata visitata dalla morte. Tra i primi a ricevere doni di pu-­
rificazione, oltre alla moglie principale Azimu, madre del figlio e successore come visir Ibbi-­zikir, e a Tiludu, altra moglie, madre di tre figli di Ibrium, anche Dusigu riceve doni di purificazione a riprova che essa fa parte della famiglia di Ibrium.25
Anche con Ibbi-­zikir, il figlio e successore di Ibrium nella carica di visir, la regina-­madre mantiene il suo ruolo di dama principale della corte ed è sempre la prima ad essere menzionata.
Dopo pochi anni, nel terzo anno da che è visir Ibbi-­zikir, la regina-­madre Dusigu muore. I testi non accennano ad una sua malattia, ma solo alla sua morte.
Per i suoi funerali e per la sua tomba riceve un corredo funerario ricchis-­
simo che non ha niente da invidiare ai tesori delle celebri Tombe reali di Ur in Mesopotamia. Due testi, uno annuale di uscite di metalli e uno mensile di tessili, elencano le uscite dai magazzini eblaiti di tessuti preziosi, di gioielli, di vasi, di arredi e suppellettili vari, di un carro preziosamente decorato per le esequie della regina-­madre. È il corredo funerario più ricco menzionato nei Per questa interpretazione del rituale cfr. Biga -­ Capomacchia, “I testi di Ebla”, pp. 19-­32.
Nonostante le molte liste di tessuti preziosi donati alle donne della corte è difficile ricostruire il loro abbigliamento e le loro acconciature, cfr. F. Pinnock in questo volume;; per le donne della corte di Ebla si veda anche R. Dolce in questo volume.
25
Per la morte di Ibrium, i doni funerari, la purificazione dei membri della sua famiglia e anche per la successiva morte della regina-­madre cfr. M.G. Biga, “Buried among the Living at Ebla? Funerary Practices and Rites in a XXIV cent. B.C. Syrian Kingdom”, in Scienze dell’Antichità 14 (2007-­2008), pp. 249-­275.
23
24
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testi di Ebla e non stupisce, data l’importanza che questa donna ha avuto per circa 20 anni a corte. Anche la sua morte viene ricordata in un nome di anno e si precisa il mese in cui la morte è avvenuta.26
Ad un mese circa dai funerali, il re e la regina ricevono doni per la ceri-­
monia di purificazione.
Da questo momento in poi la regina Tabur-­damu diventa la prima donna a corte ed è sempre menzionata con il re suo marito. Gli elenchi di donne di corte iniziano sempre con la regina. La regina partecipa a tutti gli eventi di corte, a tutte le feste, ai trionfi del generale Ibbi-­zikir vittorioso di ritorno dal-­
le guerre, fornendogli dei ricchi doni. Le donne della famiglia reale eblaita sembrano molto libere, come lo erano del resto quelle egiziane.
Non è comunque mai menzionata prima del re come invece succedeva con la regina-­madre.
In ogni caso la regina compie tutto quello che precedentemente era stato fatto dalla regina-­madre. Anch’essa ad es. va in pellegrinaggio ai tre santuari fuori Ebla dedicati alla dea Ishkhara.
E probabilmente compie anche rituali funerari in onore della suocera scomparsa.27
Dopo alcuni anni nascerà finalmente un figlio dalla coppia regale, figlio che la regina-­madre non ha potuto vedere. La sua nascita sarà molto festeg-­
giata a corte.28
V. Conclusioni
È evidente che la regina-­madre Dusigu e la regina Tabur-­damu hanno avuto entrambe un ruolo di primo piano nella storia di Ebla e a corte, pren-­
dendo parte a ogni evento della corte e a tutte le cerimonie religiose. Non vivevano separate dagli uomini ma con essi erano implicate in tutti gli affari del regno, tranne che nella guerra. Non hanno mai seguito il re in battaglia. 26
Per il corredo funerario della regina-­madre cfr. Archi, “Jewels”. Per il testo di tessili che ricorda anch’esso il corredo funerario di Dusigu, testo completamente ricostruito da chi scrive da svariati frammenti, cfr. M.G. Biga, “War and Peace in the Kingdom of Ebla (24th Century B.C.) in the First Years of Vizier Ibbi-­zikir under the Reign of the Last King Ishar-­damu”, in M.G. Biga -­ M. Liverani (eds.), ana turri gimilli, Fs W. Mayer (Roma: Quaderni di Vicino Oriente 5, 2010), pp. 39-­57.
27
Nell’interpretazione di P. Matthiae lo Stendardo della regina ritrovato ad Ebla raffigure-­
rebbe proprio la regina Tabur-­damu in posa dolente stante davanti alla suocera Dusigu seduta in trono e preziosamente vestita di un abito d’oro, cfr. F. Pinnock in questo volume.
28 Ho raccontato qui come fosse una fiaba una parte della storia del regno di Ebla. In realtà la ricostruzione della storia del regno di Ebla si è basata su un lungo studio fatto in primo luogo di trascrizioni di migliaia di testi e frammenti di testi degli archivi, trascrizione per lo più sugli originali nei musei prima di Aleppo e poi di Idlib in Siria, poi su uno studio, durato almeno 20 anni, ma che continua tuttora, della prosopografia e di altri dati utili per ricostruire la cronologia relativa dei testi e per cercare joins per ricostruire le tavolette e infine su molti studi sia di termini nuovi presenti nei testi sia degli eventi successi nel periodo, che sono sempre scritti in maniera concisa e necessitano di interpretazione. Biga -­ La regina-­madre Dusigu e la regina Tabur-­damu 207
Hanno partecipato alle feste a corte, bevendo birra e vino come gli uomini. Hanno partecipato attivamente, offrendo doni ai vincitori, ai trionfi dei gene-­
rali di ritorno vittoriosi dalle campagne militari.
Da quanto detto mi sembra si possa concludere che, anche se i testi di Ebla sono documenti amministrativi aridi, laconici, certo non scritti per rac-­
contarci le vicende politiche e quelle della corte di Ebla o di altre corti, e non sono certo gli intriganti documenti della corrispondenza della città di Mari del II millennio29 o le lettere di el-­Amarna del XIV sec. a.C.30, essi consentono tuttavia di scrivere la storia del regno e della Siria del III millennio a.C. e una storia anche al femminile.
Queste storie di donne della corte fanno parte della storia del regno eblai-­
ta e si intrecciano in maniera inestricabile con le vicende belliche, politiche, diplomatiche.
ABSTRACT
After the death of the penultimate king of Ebla Irkab-­damu, his last wife, Dusigu, succeeded in putting her son Ishardamu on the throne. King Ishar-­
damu was still very young and his mother Dusigu, called queen-­mother, acted as a regent with the vizier Ibrium.
For many years she was omnipresent in Eblaite politics and dominated life at the court of Ebla. She also selected the wife for his son, a girl named Tabur-­damu who was a cousin of the king.
In the third year of Ibbi-­zikir as vizier the queen-­mother died;; she receives the richest funerary gifts quoted in the Ebla texts.
After the death of the queen-­mother Dusigu, the queen Tabur-­damu final-­
ly takes pride of place amongst the women of the court.
29
Per la corrispondenza femminile a Mari cfr. J.-­M. Durand, “La correspondance femi-­
nine”, in J.-­M. Durand, Documents épistolaires du palais de Mari III (Paris: Les Editions du Cerf, 2000), pp. 259-­504;; N. Ziegler, Le Harem de Zimri-­Lim, Florilegium marianum IV (Paris: SEPOA, 1999).
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Per le lettere di el-­Amarna cfr. M. Liverani, Le lettere di el-­Amarna, voll. I-­II (Brescia: Paideia Editrice, 1999).
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